Erika Marconato

Costantemente alla ricerca. Porto con me la voglia di imparare

LA COLLINA DELLE FARFALLE di Barbara Kingsolver, Neri Pozza

Pubblicato originariamente su Il Colophon il 7 aprile 2018.


Dellarobia Turnbow è una mamma, trentenne, casalinga. Vive in un piccolo paesino degli Stati Uniti, uno di quei posti in cui tutti si conoscono e le novità sono più uniche che rare. Le sue finanze — e il suo matrimonio — sono in crisi. “Dellarobia avrebbe tanto voluto dire la verità. Tutta la verità: Bear stava per radere al suolo la foresta perché avevano bisogno di soldi. Non tutti potevano capire cosa si provava a essere con le spalle al muro. Perché era questo che l’aveva portata lassù, non un uomo: la disperazione. Un impulso, per quanto sbagliato, l’aveva trascinata lì, e così era stata la prima a vederle”. Quello che colpisce gli occhi della protagonista è una pletora di farfalle monarca, migrate per caso nel posto sbagliato: la foresta dietro casa di Dellarobia è un oceano arancio e nero. Una novità. Un unicum che porta con sè scienziati, giornalisti, fama e nuove amicizie, fino a cambiare completamente la vita di Dellarobia.

LA FIGLIA DIVERSA di Maria Toorpakai e Katharine Holstein, Rizzoli

Pubblicato originariamente su Il Colophon il 5 febbraio 2018.


Squash è una parola che richiama alla mente calzoncini bianchi, muri immacolati e pareti di vetro. Se in Italia è uno sport semi-sconosciuto, in Pakistan (dove è nata la protagonista di questo libro) è tra gli sport più popolari. La storia di Maria parte dal Waziristan del sud, una regione al confine con l’Afghanistan. I pashtun — che abitano quella regione — sono una popolazione fiera e combattente e Maria non è da meno. Nonostante le leggi tribali — particolarmente restrittive per le donne — l’autrice cresce libera e determinata. “Nel posto in cui sono cresciuta, le ragazze come me finiscono in manicomio oppure lapidate. Le più fortunate vengono date in sposa a un membro di un clan rivale, in modo da contaminare il lignaggio della tribù.

MI HANNO REGALATO UN SOGNO di Bebe Vio, Rizzoli

Pubblicato originariamente su Il Colophon il 5 febbraio 2018.


In questo memoir del 2015 conosciamo Bebe, classe 1997. La sua vita si divide tra scuola, sport e amici. Il fatto che una meningite le abbia portato via un pezzo di gambe e gli avambracci è ininfluente: come tutti i diciottenni Bebe pensa alla patente, allo spritz, alle scarpe con i tacchi (che nel suo caso, implicano la creazione di protesi speciali). E alle Paralimpiadi “le Olimpiadi degli atleti con disabilità e si svolgono un mese dopo quelle degli sportivi normodotati. Che tradotto nella lingua di un malato di sport (e agonismo) come me, le Paralimpiadi sono il sogno della vita”. Perché Bebe è un’atleta paralimpica di fioretto. Prima della malattia, come molti “normo” (il modo in cui Bebe chiama i normodotati), Bebe non sapeva assolutamente nulla delle paralimpiadi, tirava di fioretto per sfogare la sua competitività:

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