Da un paio di settimane è disponibile il mio racconto sugli ebook store (il titolo: “È questa la fine?” – se non ce l’hai ancora, corri a comprarlo!).

Io sono mooolto fortunata e intorno ho persone davvero comprensive, che, per lo più, si sono interessate al mio lavoro. Una pubblicazione è comunque un buon argomento di conversazione e, a volte, l’entusiasmo mio e degli amici mi ha portato in complesse conversazioni con semi sconosciuti (alcuni anche stranieri) che hanno avuto delle reazioni davvero divertenti. Chissà se capita anche ad altri scrittori (Giulia Greco e Susanna Trossero, ad esempio, hanno pubblicato anche loro un racconto per ePink. Mariantonietta – la nostra instancabile editor – ha scritto qualcosa pure lei, ma non mi hanno mai raccontato com’è andata per loro). Spero che me lo facciano sapere ;).

Se riconoscete la vostra reazione, non inc….tevi: vi voglio bene lo stesso e, se vi ho inserito, è perché mi avete causato un momento ilare :).

1a. Chissene…


Per fortuna, di queste ne ho avute poche, ma il nostro lavoro spesso ci entusiasma al punto da diventare molesti. Non sto parlando solo di scrittori: idraulici, facchini, camerieri, blogger, developer e chi più ne ha più ne metta. Siamo tutti a rischio :).

1b. Complimenti!


Tra le righe, spesso, c’era un sottilissimo “Prendo atto. Punto.”, ma valgono lo stesso, no?

2. Beh, leggi talmente tanto..


Chiariamo una cosa: sì leggo molto e sì Stephen King ha detto che per essere buoni scrittori, bisogna innanzitutto essere grandi lettori. Ma NON VALE IL CONTRARIO! Non tutti i lettori hanno il desiderio di mettersi in gioco con la scrittura. Come non tutti gli amanti del vino sentono il desiderio di aprire un’azienda agricola (non una cantina – che nel paragone sono gli editori). Se non vale per gli appassionati di vino, perché deve valere per gli amanti dei libri?

Ps: il fatto che la lettura faccia parte della mia dieta quotidiana mi aiuta, ma di certo non fa di me una scrittrice.
Ps2: grazie a Goodreads, ho scoperto che ci sono persone che leggono molto più di me, tuttavia nella comunità dei lettori sono assolutamente nella media.

3. Quanto tempo ci hai messo?


Questa è la domanda delle persone con formazione scientifica (almeno nella mia cerchia). Di solito seguita da: “come fai? Per me sarebbe uno sforzo titanico. Anche con i temi a scuola facevo fatica a riempire una colonna e mezza!”.
Premesso che ognuno di noi ha un tipo diverso di intelligenza – i numeri non sono per niente miei amici, ad esempio – per soddisfare la necessità scientifica di misurazione ho fatto due conti:

Prima stesura: circa 200 ore
Prima correzione (typo e grammatica): circa 20 ore
Seconda stesura: circa 100 ore
Seconda correzione (buchi narrativi, altri typo, altra grammatica, sonorità delle parole): circa 65 ore
Varie (mail con l’editor, mail con la casa editrice, contatti e colloqui con i primi lettori): circa 50 ore.
Totale: circa 435 ore (pari a più di diciotto giorni, se ci avessi lavorato giorno e notte, cosa che ovviamente non ho fatto).

Ho lasciato fuori il tempo in cui la storia ha bisogno di maturarti dentro e fermentare; le pause tra una lettura e un’altra e il tempo di ricerca (perchè non riesco a quantificarlo visto che è cominciato ben prima della stesura del racconto).