Costantemente alla ricerca. Porto con me la voglia di imparare

Tag: Alessandra Farabegoli

Catologhi postali moderni

Ve li ricordate adesso? -  Attribuzione foto

Ve li ricordate adesso? – Attribuzione foto

Le newsletter, secondo me, sono come i cataloghi di abbigliamento che arrivavano per posta un po’ di tempo fa. Ve li ricordate? Modelli improbabili, abiti che non metteresti neanche se fossi pagato (figurati pagare per metterli), chincaglieria varia e tanta carta da buttare.

E, in più, la fastidiosa tendenza a rendere praticamente impossibile cancellarsi dagli elenchi degli interessati. Solo perchè nel 1950 tua nonna aveva comprato un rocchetto di filo o, peggio, perchè eri nell’elenco telefonico.

Oggi non vi voglio tediare con QUELLE news: ognuno di noi ne riceve almeno una e le conosciamo bene. Voglio raccontarvi, invece, di un esempio felice: comunicazioni che apro volentieri, che leggo fino alla fine, e che, qualche volta, ottengono il loro scopo (farmi comprare gli ebook).

Faccio una piccolissima premessa: non mi pagano per scrivere questo pezzo. Lo giuro! Potete chiederglielo se volete (di solito rispondono a tutto 😉 ).

Cos’è Ultimabooks?

Se non la conoscete piccola introduzione, altrimenti subito al sodo al paragrafo successivo.

Ultima Books è la libreria di Simplicissimus Book Farm. Ciò che la rende diversa da tutte le altre librerie (online e non solo), è che Ultima Books ha un vero libraio anzi, una vera libraia in carne ed ossa a gestire personalmente gli scaffali, a rispondere alle domande dei lettori, a dispensare consigli di lettura su richiesta specifica e anche con la sua newsletter settimanale, che si avventura in lungo e in largo nell’infinito mondo letterario (leggere per credere!). – Dal sito di Simplicissimus Book Farm

Perchè mi piacciono le comunicazioni di Ultimabooks?

La libraia si chiama Lucia e tutte le comunicazioni con i lettori portano la sua firma: conferme di iscrizione, newsletter, (rarissime) promozioni – nel senso che non rompono per ricordartelo, non nel senso che non le fanno :).

Quando ti iscrivi alla libreria, ti mandano una mail che promettte unicorni e le comunicazioni sono tutte sullo stesso tono, il che secondo me è molto confortante: è come entrare in una libreria dove conosci il libraio e sai cosa aspettarti.

ultimabook

Un pezzo della mail di conferma di Ultima Books

La newsletter con i consigli di lettura non è legata alla frequentazione di Ultimabooks. Io ho scelto di iscrivermi alla newsletter e poi di farmi un profilo su Ultimabooks. Niente iscrizioni automatiche visto che usi il servizio (stile Amazon per capirsi) a cui reagisco sempre con uno sguardo scettico e la frase “ma da dove cavolo ti sei fatto l’idea che voglio essere subissato di mail? Non ho fatto niente di male per meritarmi questo!”. Per le news della libraia, si compila un form chiaro (di soli tre campi, evviva!) e si dà CHIARAMENTE a Lucia il permesso di entrare nella propria casella di posta.

La conferma è una raccolta dei dati che hai fornito (nome, cognome, mail) con il link per disiscriversi. Niente “se non sei tu che ti sei iscritto” o cose del genere: non sei scemo, hai compilato un form quindi si presuppone che tu sappia perchè ricevi le mail altrimenti schiacci il bottone e fine ;).

E’ una comunicazione “light” che trovo molto rispettosa e comincia sempre salutandoti per nome (non quelle cose orribili tipo Salve, Cognome o Salve prima parte della mail – vedi l’esperienza di Alessandra Farabegoli). Anche nell’annullare l’iscrizione. Il bottone per farlo è nella parte superiore di ogni news: è praticamente tra le prime tre cose che vedi, niente scrittine microscopiche, niente link che ti obbligano a collegarti per poter cambiare le tue impostazioni, niente dimmi perchè non vuoi restare con noi. Ebbene sì, caro compilatore di newsletter, ti sto lasciando, fattene una ragione! E la colpa non è mia, è tutta tua!

Dopodichè si ricevono le mail il venerdì. Solo il venerdì! Non ogni volta che c’è una promozione, non ogni volta che esce qualcosa, non ogni volta che fa nuvolo. (Caro compilatore di newsletter se mi hai iscritto a tradimento e mi inondi di ca…te mi tedi e mi fai passare la voglia di frequentarti). Il mittente è la mail della libraia, quella che c’è in giro per il sito se vuoi parlare con lei (il noreplay@ultimabooks.it non sanno neanche cos’è, anche le fatture arrivano da una mail a cui si può rispondere volendo).

Detto ciò, la newsletter fa esattamente quello che ti aspetti: Lucia ti consiglia dei libri. Non le promozioni, non le ultime uscite, non le ultime cose di Narcissus (la casa editrice di Simplicissimus). Semplicemente dei libri selezionati da lei per un motivo (sono belli, sono divertenti, sono legati all’argomento della comunicazione). Non sempre le cose che consiglia mi piacciono, ma quella è una questione di gusti :). Il modo è sempre garbato e la libraia “giustifica” le sue scelte in modo davvero carino. Alla fine ci sono dei ps “commerciali” di questo tipo (questa settimana è lunghetto, ma di solito sono due righe due):

PS: €2 di credito in regalo con Guido Catalano e col poeta mentitore (o lo sono tutti?).
Ti ricordo che domani esce il quarto numero del Colophon, che è una rivista digitale; il tema di base: la macchia. Qui la pagina Facebook per farsene un’idea, a partire dalla bella copertina di Elena Campa.
Infine, oggi è l’ultimo giorno di una caterva di offerte. Dà un’occhiata nella pagina delle promozioni, nel caso ci fosse l’occasione che se perdi poi te ne penti.

Sarà che io e Lucia abbiamo la stessa età, sarà che non rompono, sarà che spero sempre che metta i due euro in qualcosa che ho voglia di leggere, sarà quel che sarà ma le  news loro le leggo tutte, le aspetto con ansia, le consulto se devo fare un regalo e magari non ho letto il libro che ho in mente o me le riguardo se ho voglia di una compera improvvisa e fuori dagli schemi.

A me non fanno venire l’orticaria, ma non significa che siano adatte a voi. Prima di iscriversi è meglio curiosare nell’archivio dei precedenti invii. Potrebbero essere troppo buffe o troppo ironiche per voi ;).

 

Se avete altre newsletter letterarie che pensate facciano al caso mio, ditemelo!

(Altre) Cinque ragioni molto concrete per comprare un ebook reader

Non ho mai detto pubblicamente perchè adoro così tanto il mio ereader (un Sony PRS – T1 nero con un buffo “vestitino” viola, che trovate ben descritto su eBookReader Italia). E non ve lo racconto oggi. Quello che farò è raccontarvi le mie cinque motivazioni molto concrete per acquistare un ereader (non necessariamente come il mio). Paola Sereno ha scritto un post molto carino sui suoi motivi, così di motivazioni ne potete avere ben dieci. E tutte molto concrete.

Felicità -  attribuzione foto

Qualcuno è felice con il suo ereader – Attribuzione foto

1. Il dizionario integrato

C’era una volta una ragazza, abbastanza portata per le lingue. Dopo aver scoperto un meraviglioso programma di “rinforzo” linguistico personalizzato offerto dalla sua università, comiciò a frequentare una biblioteca con i volumi in lingua inglese.

Leggere le era sempre piaciuto e trovò il consiglio della sua tutor di affrontare i libri in lingua molto intelligente: “magari imparerò divertendomi”, si diceva. Peccato che non sapere il lessico la rendeva furiosa e, il dover cercare un vocabolo ogni 15 minuti, frustrata.

Un bel giorno scoprì i libri digitali e cominciò a sfruttare il grande schermo del suo computer portatile. Alla sera le dolevano gli occhi, ma per lo meno non era isterica.

Dopo qualche tempo, un mago moderno le regalò un ebook reader. Come molti artefatti magici, anche questo aveva i suoi segreti. Ad esempio, cliccando su una parola, il significato appariva senza indugio sul fondo della pagina. Un altro artificio strabiliante era la lingua: l’oggetto, infatti, le permetteva anche di tradurre la parola in questione. Quale magia! Con questo piccolo stratagemma, la ragazza leggeva pagine su pagine senza stancarsi, arrabbiarsi o innervorsi. Grazie all’aiuto del suo magico amico, la ragazza  trovò ciò di cui aveva bisogno. E visse per sempre felice e contenta :).

2. Il font (e la sua dimensione)

Cari editori,

chi vi scrive è una lettrice scoraggiata. Ho sempre rispettato il vostro lavoro. Ho cercato, per quanto possibile, di acquistare il frutto delle vostre fatiche, ricompensando il vostro operato. Ho letto un sacco di libri nella mia vita e vi ringrazio per il vostro contibuto, ma permettetemi di muovervi una critica.

Cosa vi passa per la testa quando pubblicate certi libri? Non parlo di alcuni titoli discutibili che fate arrivare negli scaffali, mi riferisco proprio agli oggetti di carta in cui le storie sono raccolte.

Un milione di parole in una pagina, perchè? Vi finisce la carta se mandate in stampa i libri con un carattere un po’ più grande e qualche pagina in più? Al contrario, quattro lettere per pagina? Temete che, in mancanza di altri parametri, grosso è meglio? Una via di mezzo è così difficile da trovare?

A proposito dei font, capisco l’aspetto estetico della pubblicazione, ma è proprio necessario ammorbarci con certi caratteri tipografici difficili da leggere e visivamente discutibili? Che c’è, vi rivolgete a piccole tipografie artigianali che hanno solo i caratteri mobili?

Capisco che gli ebook mi permettano di cambiare la grandezza dei caratteri e scegliere il font che più mi piace. E capisco pure, che con la carta tutto ciò è impossibile, ma vi prego, i libri di carta sono amati anche loro! Abbiate pietà di noi lettori e non fateci strabuzzare gli occhi o ricorrere ad un grafico per poter usufruire dei vostri prodotti.

Nella speranza che decidiate di considerare questa mia, vi porgo

Cordiali saluti

Erika Marconato

Lettrice

 

3. Instapaper

Questa è una cosa che necessita un po’ di serietà :).

Instapaper è un tool veramente semplice (dal lato utente), ma geniale. Si installa un cosetto sulla barra del bowser e, con un clic,  il tool salva post o altri contenuti testuali sparsi nel web dentro al proprio profilo Instapaper.

Fin qui niente di nuovo. La cosa che io adoro di più di questo tool è che in pochi, semplici passaggi mi permette di recurare i contenuti salvati e di esportarli in epub – vabbè c’è anche il mobi, il pdf o la versione stampabile, ma io non li uso praticamente mai.

Funziona così: effettuo il login a Instapaper dopodichè controllo il feed rss, controllo Twitter, curioso su Facebook, leggo gli aggiornamenti su un paio di Paper.li che seguo. Man mano salvo le cose che mi interessano con un clic sul cosetto del browser. Una volta alla settimana, le scarico in formato epub con un clic, le inserisco nell’ereader e le leggo con calma quando decido di farlo. In parole povere, usufruisco di un documento ordinato, datato e con un indice preciso senza dover fare nessuna fatica.

Pur pescando dal “flusso”, riesco a gestire le notizie: leggo quando VOGLIO farlo, non quando devo perchè una cosa mi salta all’occhio. Per capire la differenza, vi consiglio Sopravvivere alle informazioni su internet di Alessandra Farabegoli. E’ un testo che ha completamente rivoluzionato il mio approccio al “flusso”. Centosessanta pagine di consigli pratici e piccoli trucchi testati dall’autrice per non essere sopraffatti da tutto ciò che la gente mette on line (e che ci interessa).

4. Numero di libri

Sono volubile e leggo molti libri contemporaneamente: il rischio scogliosi è dietro l’angolo :).

5. Libri liberi

Ho scoperto Project Gutenberg agli inizi degli anni Duemila. Come dicevo pocanzi, la mia tutor di inglese me l’ha consigliato per i libri in lingua, visto che come studentessa non potevo permettermi sempre di acquistarli. Li leggevo da schermo e (qualche volta) li stampavo, finendo tutte le mie stampe disponibili settimanalmente all’università. All’epoca, non sapevo perchè non li pagassi: mi interessava solo il fatto di non pagarli :).

Adesso, ho qualche nozione in più su copyright e copyleft, su diritto d’autore e pubblico dominio. Ho capito perchè sono possibili le edizioni 100 pagine  1000 lire, ricordo di gioventù di tanti lettori. Conosco qualche posto in più dove trovare libri digitali “liberi”. Insomma, sono più vecchia, più saggia e conosco più cose. Il mio rapporto con questi libri, con il tempo, è cambiato: le edizioni più che economiche erano una gioia per il portafoglio, molto meno per l’estetica. Amore-odio. Adesso posso trovare dei classici in formato digitale ben formattati e con una redazione, spesso, molto buona grazie al lavoro di volontari (tra cui anch’io) che tengono viva e diffondono la possibilità di accedere alle idee e alle storie del passato. Interesse-amore.

Non sto qui a raccontarvi quello che so sul sapere libero, sull’intelligenza collettiva e sulla diffusione delle idee. Vi basti sapere che i libri a cui è scaduto il copyright sono disponibili spesso gratuitamente in formato digitale. Che molte volte, sono ben formattati e corretti. Che potete contribuire anche voi alla diffusione dei libri liberi con il vostro tempo o le vostre competenze, basta volerlo fare.

Dato che sono più vecchia e più saggia, estraggo la copertina all’uncinetto e mi bevo un the, mentre attendo le vostre ragioni per comprare un ebook reader.

 

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