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Hot air baloon

Chiudiamo la newsletter #CivicHackingIT. Qui ti racconto perché

A seconda di come interpreti il “successo”, quella di #CivicHackingIT è una newsletter che andava molto bene o molto male.

Molto bene perché abbiamo avuto un aumento costante degli iscritti, il tasso di apertura è sempre stato ottimo (ogni singolo numero aveva un tasso di apertura sopra il 60%) e in più di tre anni abbiamo avuto solo un paio di disiscrizioni.

Molto male perché, nonostante fossero molto affezionati, i nostri lettori sono pochi (la nostra è una nicchia decisamente piccola), non abbiamo mai trovato un modo per renderla un lavoro – o quanto meno sostenibile – e non siamo stati in grado di farla uscire dalla nostra bolla.

Comunque la vedi, io e Matteo abbiamo deciso che è il momento di chiuderla, almeno nella forma che ha avuto fino ad ora.

Perché chiudere un buon prodotto editoriale?

Non c’è dubbio che #CivicHackingIT sia un buon prodotto editoriale: in particolare sulla newsletter, diverse persone ci hanno tenuto, negli anni, a farci sapere che era un lavoro ben fatto, che la consideravano una fonte preziosa e che, più in generale, la leggevano volentieri.

Fixing the wings By Robert McGoldrick

CivicHackingIT – Diario di un progetto vol. 4

A quanto pare, come scrivere un libro a più mani sembra essere una domanda interessante. Lo dico perché alla frase “sto scrivendo un libro con Matteo” o “stiamo scrivendo un libro insieme”, segue inevitabilmente un perplesso “Ah… Ma come funziona?”.

La risposta è molto semplice: uno fa tutto e l’altro procura fette di torta e spuntini. Ovviamente, sto scherzando ;)! Permettimi di fare un po’ di ordine (e rispondere con tante tante parole a questa domanda).

Le sfide

Non ho mai scritto nient’altro a quattro mani (ad essere totalmente sincera, una volta ci provai con risultati disastrosi, grande frustrazione e pezzo non pubblicato). Se cerchi una guida passo passo su come farlo, puoi smettere di leggere immediatamente: non sono un’esperta di scrittura collettiva, sono convinta che ognuno, alla fine, lo faccia a modo proprio, a seconda di con chi lavora.

Qui troverai la descrizione sommaria di come ci dividiamo il lavoro e perché.

autoritratto di Escher - foto di omega

CivicHackingIT – Diario di un progetto vol. 3

Rieccoci.

Forse anche tu stai scrivendo un libro, come me, e non sai dove sbattere la testa, sempre come me. Forse, invece, ti incuriosisce l’aspetto artigianale della scrittura, sempre come succede a me. Forse, ti interessa solo questo progetto specifico e stai in ansia perché non vedi l’ora che esca, di nuovo, come me.

In ogni caso, qui ti racconto qualche altra cosa sulla scrittura di un saggio. Come gli strumenti di cui ho già parlato, non ti salveranno in caso di pericolo mortale nella foresta della scrittura, ma camminare con uno zaino buono è sempre meglio di non avere nulla.

Prima di tutto, scarpe comode!

Se scrivere un libro è come dare vita ad una foresta, è chiaro che devi servirti di scarpe comode. Fuor di metafora, le mie scarpe comode hanno un unico nome: Scrivener – un software pensato appositamente per gestire la scrittura. Se stai pensando: “ma non mi basta quello che c’è già nel computer?”, la mia risposta è che, tra Scrivener e qualsiasi altro programma di videoscrittura, c’è la stessa differenza che c’è tra essere dispersi nel bosco a piedi nudi o con un buon paio di scarponi da montagna.

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