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Su fumetti, città invisibili e riviste letterarie

Per il numero di aprile de Il Colophon, Michele Marziani ha proposto a me (e alla redazione) di riflettere sulle città invisibili: quei posti, magari pure reali, resi famosi da ricordi e celebrazioni letterarie (Michele, da brillante scrittore quale è, lo spiega molto bene nel suo editoriale, disponibile qui).

Per me, città invisibili uguale fumetti. Cosa c’è di più invisibile di una località completamente inventata, sebbene completamente visibile (o meglio illustrata)?

Sviluppare il mio punto di vista richiedeva un discorso più ampio (ossia una scusa per parlare di molti fumetti e autori che trovo interessanti), per cui ho parlato di Dylan Dog, di Vanna Vinci, di Zerocalcare e via dicendo. Il pezzo completo lo trovate qui: https://ilcolophon.it/le-citt%C3%A0-visibili-dei-fumetti-un-viaggio-tra-alcune-rappresentazioni-nel-mondo-dei-fumetti-di-erika-ba2ddd867bb2#.m4gkm41dp.

Secondo voi i fumetti (in senso lato) rientrano negli argomenti di interesse di una rivista letteraria?

Ps. Un paio di articoli sulle città invisibili che mi sono particolarmente piaciuti sono quello su Bolaño e quello su New York (la città che, nel mio immaginario, è stata più rappresentata in assoluto). Anche se, in questi giorni, torno spesso a questo sulla Sicilia, sarà l’idea delle vacanze?

 

 

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AVVOLTI IN UN BOA DI PIUME SCINTILLANTI CERCHIAMO L’ARTE TRA MUTANDE E SUDORE

  1. Alessandro Minighin

    A proposito di città invisibili mi vengono in mente due o tre titoli potenzilmente interessanti:
    1 – Cin City di Frank Miller- la città del peccato corrisponde solo lontanamente ad una città reale e nel caso specifico la grafica milleriana rende l’ambientazione un insieme di scuri con elementi appena accennati. Una sorta di luogo fatto di buio liquido, inchiostro puro eppure presentissimo, infatti senza quell’ombra compatta non emergerebbero nemmeno i personaggi, come colpi fugaci di luce … led intermittenti nella notte.
    2 – Morbus Gravis di Eleuteri serpieri – la città è, in questo caso, l’archetipo di tutto ciò che è viscido sporco e corrotto. Tentacolare e claustrofobica (fino a divenire incomprensibile) è quasi esclusivamente formata da bassifondi … nessuna speranza architettonica … e poi un bel finale a sorpresa
    3 – La Città di Ricardo Barreiro e luis garcia duran – Fumetto leggermente irreperibile della casa editrice più stracciona d’italia (che però per anni ci ha consentito di leggere i maestri sudamericani del fumetto a prezzi decisamente interessanti ed edizioni non pregevoli ma oneste) qui la città appunto è un incubo … tutto quello che può far paura dell’urbanizzazione stipato in un unico viaggio onirico, realismo e fantasia incollate insieme. forse anche un po’ di denuncia di chi ha visto nello spazio vuoto della terra sud’americana solo l’occasione di piantare le tentacolari (e redditizie) budella di cemento che rendono oggi alcune città sudamericane tra i più grandi e problematici assembramenti umani del mondo

    Sperando di fare cosa gradita

    Ale Baf

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