Costantemente alla ricerca. Porto con me la voglia di imparare

Busto giallo con cuffie.

Podcast, mon amour!

Se ci conosciamo da più di due minuti, mi avrai visto arrivare con le cuffie nelle orecchie. Avrai fatto le tue supposizioni: starà ascoltando della musica oppure sarà al telefono con qualcuno. La realtà è che, molto probabilmente, mi stavo ascoltando un podcast.

Un cosa?

La definizione di podcast, per me, è:

  • qualcosa che posso scaricare in formato .mp3 e ascoltare quando mi pare (se me lo devo ascoltare stando su un sito specifico o con una tempistica precisa, non lo considero un podcast),
  • che esce con una certa regolarità (una registrazione non è un podcast) e
  • che ha un inizio e una fine (la programmazione della radio non è un podcast, alcuni programmi radio sì).

Se vuoi una definizione più strutturata (e decisamente più completa), ti rimando a un ottimo blogpost di Jonathan Zenti per Il Tascabile.

Perché ho cominciato ad ascoltarli?

Come io sia finita nell’oceano dei podcast non ne ho idea, probabilmente seguendo qualche creatore di contenuti che aveva ANCHE un podcast (e il mio animo da fan non ne aveva abbastanza del medium iniziale).

Quando ho cominciato a girare a piedi (al primo anno di università) ho pensato che, per camminare, gli audiolibri facessero al caso mio (ne avevo parlato qualche anno fa): peccato che fossero lunghi, che il mio lettore .mp3 non sempre si ricordasse il punto dove ero arrivata e che essere per strada senza far caso ai semafori non è proprio l’ideale. Gli audiolibri li adoro ancora, ma li ho confinati alle mura domestiche dove nessun veicolo malvagio vuole fare la mia conoscenza.

Quindi, i podcast?

Boh. Però è una modalità di fruizione di contenuti che mi ha catturata subito. Sono uno di quei rari adulti che gira sempre con gli auricolari, lo facevo da giovane ed è una mania che non mi ha mai abbandonato; cammino molto e uso i mezzi pubblici – in treno leggo più che volentieri, in autobus mi è capitato di perdere più di una fermata per colpa di un libro, quindi molto meno volentieri, e, per finire, con dei suoni nelle orecchie mi concentro meglio. Non ho assolutamente idea di quale sia stata la mia prima iscrizione: ho dei vaghi ricordi che, per un periodo, avevo nel lettore RSS svariate iscrizioni per sapere quando venivano aggiornate le pubblicazioni audio che mi interessavano e degli altri vaghissimi ricordi di quando ho installato iTunes, ma niente di più.

Perché ho continuato ad ascoltarli?

La risposta è molto semplice: mi si è aperto un mondo. Ho scoperto che potevo imparare qualcosa, esercitare la mia comprensione dell’inglese, farmi una risata, ascoltare una storia, approfondire un argomento, sentire – letteralmente – idee diverse dalla mia, ottimizzare il mio tempo (sia mai che dal Veneto non esca qualcuno che non vuole ottimizzare il proprio tempo) e – particolare non indifferente – isolarmi nei mezzi pubblici forieri di conversazioni più che imbarazzanti (tipo quando un vecchio ha cercato di convertirmi o quando un altro vecchio ha chiesto alla ragazza di fianco a me se allattava – immagina l’imbarazzo di entrambe. Mi piacerebbe dire che ho avuto la prontezza di cominciare a parlare con lei per salvarla dal vecchiaccio, ma non è andata così).

In più, mi sono accorta che sono molto meno fastidiosa con le voci di chi fa i podcast, rispetto a chi legge gli audiolibri (probabilmente ha a che fare con lo sforzo immaginativo richiesto dai libri che collide con la realtà, comunque c’è una casa editrice per audiolibri che detesto perché sceglie sempre degli attori con delle voci nasali terribili).

Come ultima cosa, ho cambiato smartphone e Valentina Aversano (la magica persona che ha lanciato i #3FattiDiOggi) mi ha suggerito Castbox, una app leggera e ordinata per ascoltare i miei adorati podcast anche da lì – il che ha risolto molti dei problemi legati al portarsi in giro un vecchio lettore .mp3 piuttosto capriccioso.

Cosa ascolto?

Ci sono alcuni argomenti che mi piacciono parecchio: scrittura, lettura, crimine, umorismo, relazioni interpersonali, sci-fi, attualità, racconti brevi, creatività, produttività, la condizione femminile, grammatica (soprattutto per l’inglese), libri in generale e umorismo. Come lingue, principalmente, vado con cose in inglese o in italiano.

Un sacco di roba, lo so (senza contare che di più di un argomento ascolto molto più che un paio di podcast).

Con Castbox, ho cominciato a far un po’ di pulizia. Mentre iTunes, essendo nel mio computer fisso, mi dà l’idea di avere infinito spazio a disposizione (so che non è così, come mi ricorda prontamente il mio pc quando ho lasciato troppe puntate come “da ascoltare” e non le può eliminare), la memoria dello smartphone è una risorsa molto più scarsa e mi richiede di essere molto più selettiva. Insomma, in preda all’entusiasmo, ho usato iTunes per iscrivermi ad una marea di roba: cose di più di un’ora sulla scrittura, programmi di youtuber o personaggi famosi vari di cui ho ascoltato un paio di puntate massimo (scusate Grace Helbig e Dan Savage), programmi di Radio 3 o della BBC perché mi piacciono e magari se li trovo lì li ascolto – no, non li ascolto, risorse sulla vita da freelance, versioni radiofoniche di riviste che apprezz(av)o, cose consigliate da conoscenti vari, pubblicazioni in francese o tedesco o spagnolo (lingue che conosco, ma non così bene da capirci qualcosa  se non sono completamente concentrata sull’ascolto), programmi che hanno smesso di essere aggiornati da anni… Il mio iTunes è una giungla, il che non mi dispiace, ma alla fine aspetto con impazienza solo alcune cose. Diciamo che Castbox, essendo vergine di iscrizioni e nello smartphone, mi ha costretto ad essere brutalmente onesta: cosa ascolto davvero?

Cos’è finito nel mio telefono (oppure no, ma ti consiglio comunque più che caldamente)?

Come hai già letto, mi interessano un sacco di cose: qui sotto troverai un elenco ristretto con una tassonomia assolutamente arbitraria e personale, giusto per darti una piccola guida, se coi podcast proprio non sai da dove partire.

Alcune cose saranno in una categoria, ma starebbero bene anche altrove, altre stanno bene dove stanno, ma potrebbero aver bisogno di un po’ più di flessibilità da parte della categoria in questione. Siccome ascolto sia in inglese che in italiano trovi EN o IT prima del titolo. Per la durata, ti lascio il brivido della scoperta.

Non ho messo nessun podcast musicale (ne ascolto comunque svariati. Due che adoro sono Sei gradi di Radio 3 perché mi permette di scoprire un sacco di musica nuova e Irish & Celtic music podcast di Marc Gunn perché è celtico, ma indie).

Non so dove lavori, ma non tutte le cose elencate qui sotto sono 100% appropriate per l’ufficio – o, dall’altra parte, per la casa con dei bimbi: alcuni avvisano prima di parlare di squartamenti o sesso, alcuni no, quindi ecco tienilo a mente.

True crime

Se non ti piacciono omicidi e affini, questa non è la categoria per te (anche se ci sono cose che fanno ridere, i programmi parlano comunque di crimini di varia natura).

  • (EN) Serial racconta un crimine a stagione, riprendendo in mano testimonianze e carte dei tribunali. Sarah Koenig ci guida tra quello che scopre, ma ci lasci la libertà di farci la nostra opinione. Di sicuro l’hai già sentito nominare (perché ha vinto più di qualche premio ed è super famoso), ma se te lo sei perso, recuperalo immediatamente!
  • (EN) S’laughter nasce dalla frustrazione di Emma e Lucy nel scoprire che molti dei podcast legati agli assassini preferiscono quelli con tante vittime. E quelli che hanno ucciso una volta o un paio di volte sole? Le due presentatrici hanno un modo di interagire tra di loro (e con il loro pubblico) che mi strappa sempre una risata. Le adoro!
  • (IT) Veleno è inquietante e disturbante. Segue le vicende di sedici bambini allontanati dalle loro famiglie. L’indagine e la storia si svolgono in provincia di Modena e ti entrano dentro come poche cose al mondo. Nel sito si trovano anche foto dei posti e altre cose del genere, nel caso servisse un’ulteriore dose di orrore. Super interessante, ma super angosciante.

Donne

  • (IT) Morgana di Michela Murgia. Ogni puntata è il racconto della vita di una donna fuori dagli schemi, si va da Moana a Santa Caterina da Siena, passano per Madonna, Margaret Atwood e altre donne un po’ streghe un po’ fate.
  • (EN) Bodies mentre sto scrivendo ci sono solo una manciata di episodi, ma spero che Allison Behringer ne faccia altri mille. Ogni puntata intervista (e racconta la storia di) una donna con un mistero medico e di come l’ha risolto, a partire dalla storia personale dell’autrice e del suo ciclo particolarmente doloroso. L’ho adorato: è onesto, schietto al punto da essere scomodo e stranamente poetico.
  • (EN) The history chicks che apre con la frase “Any resemblance to a boring history class is purely coincidental!” e un riassunto di 30 secondi della vita della donna nella storia di cui si parla nella puntata. Questo è uno di quei podcast che appena fa uscire una nuova puntata mi fa fermare tutto e ascoltarlo – nonostante sia decisamente lungo. Adoro il fatto che cerchi di sfatare il mito che nella storia tutte le donne sono state a casa a figliare e lavare i piatti.
  • (IT) Senza rossetto resta nel mio iTunes, nonostante non ho capito bene che ne sarà di lui. Giulia Cuter e Giulia Perona hanno creato un modo per raccontarele donne di ieri e di oggi attraverso le parole delle scrittrici (la mia puntata preferita è quella della Pitzorno, ma mi sono rimaste dentro quasi tutte). Resta nel mio iTunes perché, nel caso tornasse, voglio essere in prima fila con gli auricolari in mano.
  • (EN) Good night storie for rebel girls è pure un podcast. Dopo il successo dei libri uno e due, troviamo le favole della buona notte che raccontano donne ribelli anche in formato audio. La cosa che a me è piaciuta molto è che ogni donna è raccontata da una donna diversa, quindi, anche se sono tutte nello stesso progetto, sono tutte uniche.

Storie e affini

  • (IT) Abisso editoriale Maria De Biase e Alessandra Zengo raccontano il mondo dell’editoria e tutte le sue sfaccettature sfruttando il povero polpo Roger come guida per l’abisso. Sono oneste e il podcast è pieno di informazioni e riflessioni utili, ma sono piuttosto preoccupata per il povero Roger ;).
  • (EN) The bright sessions è una storia meravigliosa raccontata attraverso le registrazioni della dottoressa Bright, una psicologa specializzata in ragazzi con poteri soprannaturali. Lauren Shippen ha concluso il ciclo narrativo, ma io lo tengo lì nella speranza che torni (e anche perché mi piace riascoltarlo).
  • (IT) Racconti è il podcast di una rivista letteraria inutile e ci fa arrivare nelle orecchie un racconto inedito a settimana. Le puntate durano meno di venti minuti, quindi sono perfette per la maggior parte dei miei viaggi con i mezzi pubblici.
  • (EN) Lore starebbe bene anche nella categoria true crime, ma non gli starebbe a pennello. Esplora i fatti reali che danno vita al folklore in un modo che mi ricorda molto le storie di fantasmi che vengono raccontate intorno al fuoco nei film americani (il che spiega perché è qui e non nel true crime).

Per imparare qualcosa

  • (EN) Banging book club ha chiuso il suo ciclo, ma è letteralmente un gruppo di lettura via podcast. Hannah Witton, Lucy Moon e Leena Norms, tra il 2016 e il 2019, hanno letto libri su sesso e relazioni per poi registrare le loro reazioni sotto forma di podcast. Un piccolo gioiellino.
  • (EN) Sex nerd Sandra è un podcast di educazione sessuale. La cosa che mi piace è che affronta un sacco di cose che io manco sapevo esistessero, ma con cognizione di causa. Lei, in più, è piuttosto simpatica.
  • (EN) I’m not being funny but – è il modo in cui Leena Norms fa le domande di cui pensiamo di avere la risposta o che non abbiamo il coraggio di fare (ad esempio ha fatto una puntata sul razzismo, una sull’Irlanda dopo che è stata annunciata la Brexit). Leena è intelligente e curiosa, così come il podcast.

Questi sono i miei quindici podcast preferiti, giuro che nel mio iTunes ce ne sono parecchi altri, ma questi sono quelli che ho voglia di ascoltare appena vengono caricati. Se la prossima volta che ci incrociamo hai nelle orecchie uno di questi podcast, dimmelo, che non vedo l’ora di parlarne con qualcun altro!

 


L’immagine di copertina è “Headphones” di Jeremy Segrott con licenza CC BY 2.0.

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  1. D’accordissimo come te: i podcast sono il giusto compromesso tra l’imparare qualcosa ogni giorno senza troppo impegno ( come invece serve per gli audiolibri!)
    Come temi seguo cose abbastanza varie, in genere hanno un tono allegrotto, ché sul bus dopo lavoro farsi una risata aiuta

    Bando alle ciance e iniziamo con i podcast

    Cose che ascolto anche io: Senza Rossetto e Morgana (che forse sono i meno allegrotti, ma che riesco a trovare finalmente da quando Valentina ha suggerito Castbox ( lei e la app santi subito!))

    Cose che ascolto appena escono:
    Standard issue podcast – il podcast creato dalla comica Sarah Millican che aspira a raccontare gli argomenti di un magazine da donne, ma non quelli patinati tutti trucchi e vestiti. Tematiche varie: attualità, sport, spettacolo, libri. Di recente hanno fatto una serie sulla fertilità interessantissima. Una volta al mese il podcast è la registrazione di un live con persone famose qui nel regno unito
    https://www.acast.com/standardissuespodcast

    The griefcast (en) – Tema del podcast è la morte, botta di allegria! L’intervistatrice e l’ospite parlano della perdita di una persona cara, ma giuro che non è deprimente. Aiuta a condividere un sentimento universale, quello della perdita dei propri cari, e a normalizzare e condividere le esperienze. Il mio preferito è quello Robert Popper che parla della nonna
    https://www.acast.com/griefcast

    Drunk women solving crimes (en) – il titolo dice tutto quello che c’è da sapere. Parlano per di più di casi di decenni fa. Un po’ come in d&d, c’è un narratore e i particolari cercano di indovinare come i fatti si sviluppano. L’alcool non aiuta a migliorare il filo logico delle loro storie.
    https://www.acast.com/drunkwomen

    Still untitled: the Adam savage project (en) – Adam Savage, quello di mythbusters parla di cose. Da film a tecnologia, le tematiche sono molto varie ma fondamentalmente nerd. A casa frou svedese abbiamo un amore infinito per quest’uomo.
    https://www.acast.com/stilluntitledtheadamsavageproject

    Cose che ascolto con più calma
    The Drink – podcast sul rapporto con l’alcool. Non un tema che di per sé mi prenda particolarmente ma la curatrice è la stesa di standard issue e riesce a renderlo interessante
    https://www.acast.com/thedrink

    The guilty feminist – stand up su temi vari che hanno a che fare con essere femministe, nonostante i limiti di ciascuno di noi.
    https://www.acast.com/theguiltyfeminist

    Nobody panic – consigli di vita su come affrontare (o non affrontare!) le piccole sfide quotidiane.
    https://www.acast.com/nobodypanic

    The North radio hour – questo è stato l’ inizio della mia carriera da podcaster. Una persona sale su un palco e racconta una storia in dieci minuti. La bellezza dell’umanità varia, c’è da ridere e da paingere, a volte allo stesso tempo. Col tempo le storie hanno iniziato a ripetersi, per cui ho smesso di seguirlo ma è molto bello.

    Credo di aver detto tutto!

    Grazie per gli spunti, quelli a tema “donna” sembrano interessanti e proverò ad ascoltarli 🙂

  2. The moth radio hour! Maledettissimo correttore!

  3. Ragazze, che sia questo post testimone del fatto che mi avete ufficialmente fatto cadere nel tunnel dei podcast (che finora avevo sempre bollato come “cosa per cui non ho tempo perché mi distraggo).

    Grazie!

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