Costantemente alla ricerca. Porto con me la voglia di imparare

Categoria: Libraia digitale Pagina 4 di 5

Ma i librai leggono?

Preambolo

Cavolo, che cosa posso scrivere questa settimana?

Graphic novel! Meglio di no, li leggo solo in cartaceo.

Tra un po’ è il mio compleanno: regalatemi… No, no, no non si fa!

Natale? Altri regali per me! Uffi, non so pensare ad altro???

“Amore aiuto, non so su cosa scrivere il prossimo post!” “Scrivilo su di me!”

Ho come l’impressione che interessi ben pochi 🙂 .

Si legge! -  Attribuzione foto

Si legge! – Attribuzione foto

La risposta è sì: i librai leggono!

Ancora non ho un argomento per un post. Eppure cose ne sono successe: tra una laurea, un’ecofamiglia (si, l’autrice è un’amica) e un nuovo interessante gruppo di lettura cose da dire ne avrei.

Perchè non riesco a buttare giù qualcosa per il blog? Forse ho solo voglia di parlare dei libri che sto leggendo, proviamo a seguire quest’ispirazione e vediamo come va :).

Cosa sto leggendo

Cate,io di Matteo Cellini

Questo romanzo è una fantastica scoperta dovuta al “mio” nuovo frizzante gruppo di lettura di Marostica.

La cosa che più mi ha colpito è stata la grafica dell copertina: una ballerina in rosso – il colore delle richieste di attenzione. Su un uovo, piccolo piccolo. Veramente d’impatto: i miei plausi al grafico (che non ho capito chi è, quindi l’ho chiesto all’editore via Twitter).


Rossana mi ha dato il colpo di grazia. Si tratta di un’arzilla signora di una certa età con un vocabolario talmente forbito da far invidia allo Zanichelli. Ne ha parlato in modo così entusiasta che mi ha convinto a leggere questo romanzo.

Per ora ne ho letto circa metà e devo dire che ne sono deliziata. Il linguaggio, il flusso di coscienza che svela il mondo di Cate un po’ alla volta, i pensieri che si susseguono uno dopo l’altro lo stanno rendendo una lettura davvero piacevole. Chissà se alla fine lo metterò tra i libri da consigliare :).

Io, si sa, il PDF lo odio, ma dato che c’è: Cate, io in PDF.

Il circolo della fortuna e della felicità di Amy Tan

Lo sto leggendo perchè è tra i libri della Sfida di Rory.
Sono a buon punto e, anche se non mi dispiace, non so se entrerà tra i libri da consigliare :).

Anche qua, c’è il PDF (io continuo a detestarlo 🙂 ).

Di questo libro, la cosa che mi sta davvero divertendo è la reazione delle persone quando lo estraggo. Lo riconoscono, mi guardano, fanno un “ahn” di comprensione. Al che io chiedo: “L’hai letto? Ti è piaciuto?”. Finora l’unica risposta che ho ottenuto è “no, mai letto, ma è nella lista dei romanzi da leggere!”. Se non ricordo male, gli scenaggiatori di Will e Grace lo fanno dire anche a Grace nella puntata nove della sesta stagione.

Fosse una persona, succede; due è un caso; ma quando ogni persona ha la stessa reazione mi chiedo: che operazione da marketing ha subito questo libro? Perchè tanti lo conoscono, ma nessuno l’ha letto?

Se stai leggendo queste righe e sei tra i lettori di Amy Tan, fai sentire la tua voce! Ti prego!

Oscar e la dama in rosa di Eric-Emmanuel Schmitt

Me l’hanno prestato dei carissimi amici. Per amor loro lo sto leggendo.

E’ una raccolta di lettere scritte a Dio da un bambino di 10 anni, malato di cancro.

La cosa che più mi piace è l’artifizio letterario per cui Oscar vive una vita intera nel giro di qualche settimana. E’ carino vedere come un adulto si immagina che un bambino veda l’essere grandi.

Come spesso mi succede con i libri, mi trovo a pensare a pensare ad amici a cui potrebbe piacere; agli amici che me l’hanno prestato; a tutte quelle persone che non ci sono più nella mia vita (magari solo perchè ci siamo allontanati). Insomma, è un libro un po’ emozionale e me lo sto centellinando :).

Dieci buoni motivi per andare in biblioteca di Stefano Parise

Più che un libro per chi non va in biblioteca,Stefano Parise ha scritto un libro per chi già la frequenta e la sogna un po’ diversa (o anche no, se si ha la fortuna di frequentare ottime biblioteche).

Io amo le biblioteche. Le frequento fin da quando ero piccina. Per un po’ ci ho pure lavorato. Ciò nonostante, questo libro mi lascia parecchio perplessa. La parte più interessante sono gli approfondimenti alla fine di ogni capitolo, ma per il resto ho una sensazione strana.

Sono sicuramente troppo esigente, ma mi aspettavo delle esperienze dirette, delle best practices viste dagli utenti. La sensazione, invece, è che Parise abbia scritto delle storie fittizzie per aprire un universo di possibilità, di cose che si possono fare già da ora, il che va bene, ma, per me, è veramente poco convincente. A parte questo, l’autore scrive bene, strappa qualche risata, dà un tono diverso ad ogni motivo e ciò è cosa buona e giusta :).

In conclusione

Qualcosa da condividere: ce l’ho.
Ricordato il mio compleanno: fatto (sono spudorata, ma se volete farmi un pensiero è gradito).
Parlato del nuovo gruppo di lettura: fatto.

La mia ToDo list è spuntata, vado a fare un po’ di segnalibri per il “mio” vecchio gruppo di lettura come pensiero pre natalizio :).

Piccole esperienze di openess (e un po’ di Clay Shirky)

La mia personalissima esperienza con i libri digitali (come credo per molti altri) è cominciata con libri “liberi”: ho scaricato un libro da LiberLiber e, non avendo un device elettronico, l’ho stampato per leggerlo in treno (avevo bisogno di una scusa per allontanare eventuali scocciatori 🙂 ).

All’epoca ancora non lo sapevo, ma quel semplice gesto avrebbe cambiato il mio modo di vedere i libri (elettronici, in particolare) e le risorse digitali.

Da allora di strada un po’ ne ho percorsa:
– so la differenza tra gratis e di pubblico dominio;
– ho un’idea di come si può far circolare le idee senza violare il diritto d’autore;
– ho capito il senso di creare dei contenuti gratuitamente (anche molto piccoli) per aumentare l’intelligenza collettiva.

Software libero - Attribuzione immagine

Software libero – Attribuzione immagine

In questi ultimi giorni, ho assistito a tante piccole forme di resistenza: Wikipedia, OpenStreetMap, Wikisource e LiberLiber.
Nell’ordine: due giorni di Bibliohackathon per approffondire Wikipedia, una presentazione al TEDxTrento su OpenStreetMap, una maratona di rilettura su Wikisource, il 19esimo compleanno di LiberLiber.

Perchè la gente lo fa? Perchè perdere tempo ad inserire voci o a correggere errori su Wikipedia? Perchè rileggere un’opera digitalizzata e disponibile su Wikisource? Perchè mettere i civici giusti su OSM?

Non vi darò nessuna risposta: secondo me, ognuno lo fa per un motivo diverso (non so se qualcuno lo fa per fare colpo, ma sarebbe veramente divertente). Quello che voglio fare è consigliarvi un libro (e che altro sennò?).

Si tratta di Surplus cognitivo di Clay Shirky. Il buon Shirky ha fatto, in questo volume, un’analisi molto interessante sul perchè e per come di questi gesti di cura del bene comune.

Lui individua tre elementi. Il primo è il tempo libero (diritto faticosamente conquistato). Il secondo elemento è la partecipazione, che cambia il suo carattere e l’impegno richiesto ad ognuno di noi. Terzo fattore, decisamente il più importante, la generosità umana, ciò che ci perrmette di fare qualcosa grautitamente per gli altri: la parte migliore di noi.

Al contrario di quello che sembra, queste scelte non hanno a che fare esclusivamente con un atteggiamento filotecnologico. Anzi. La tecnologia e internet hanno solo amplificato un fenomeno che già faceva parte del nostro dna: facciamo volontariato anche fuori dal web ;).

Prima di acquistarlo, ci si può fare un’idea con questa presentazione. E’ in inglese sottotitolato.

Buona visione, ma soprattutto buona resistenza :). E ricordate:

il passo più difficile è tra il non fare nulla e il fare qualcosa .

chef all'opera

Sulle aspettative librarie deluse

Lo spunto

chef all'opera

Ecco come mi sono sentita – attribuzione foto


Questo lunedì sono stata ad un laboratorio di cucina a tema colazione organizzato dal mio GAS. Il mio primo corso di cucina! Ero veramente carica e felice, ma le cose non sono andate come mi aspettavo :(.

Sono partita da casa con l’idea di “mettere le mani in pasta”, ho messo il mio fighissimo grembiule in borsa e via: mi immaginavo immersa nella farina, con le mani sporche di frutta e a lottare con le uova.

Ho addirittura lasciato a casa gioielli e affini per non doverli scrostare poi.

Avevo anche già pensato a qualche libro di cucina da condividere (nonostante io in cucina consulti solo la carta: un ricettario di procedimenti antichi scritto a mano da mia mamma, un paio di libri di ricette regali di amici, qualche volumetto per le cose etniche e qualche ritaglio sparso).

In realtà, le cose sono andate in modo diverso. Durante la serata, un cuoco ci mostrava il procedimento da dietro un tavolo. Lui preparava e cucinava tutto: a noi il solo “onere” di assaggiare. Niente farina nei capelli, zucchero sulle scarpe o cioccolato sgranocchiato di nascosto.

Aspettative: brutte bestie

La serata, in realtà, è stata molto piacevole. Le partecipanti sono state servite e riverite da uomini delle varie associazioni organizzanti e abbiamo mangiato delle cose buonissime.

L’unica cosa che veramente mi ha indispettito è stata che io avevo un’idea diversa in testa, quindi ho passato la serata (e il giorno successivo) a borbottare “tutto bello, ma io volevo fare, altrimenti non capisco le consistenze” 🙂 (che pigna di donna!).

I libri e le aspettative

Dopo aver smesso di mugunare e lamentarmi, non me la sentivo più di cercare libri sulla cucina o di cucina (troppo doloroso), quindi ho “virato” sulle aspettative deluse. Ho ripensato alla mia vita da lettrice e ho ripescato da cassetti e cartelle (e da altri posti in cui li avevo abbandonati) i miei libri ammazzaentusiasmo: come il corso di cucina, non che fosse brutto in sè, sono io che pensavo ad una cosa diversa.

Holidays on ice – David Sedaris

L’aspettativa
Avevo già letto altri libri suoi; mi ero divertita; l’avevo catalogato cinico e ironico, ma piacevole.

La realtà
E’ un libro cinico, solo cinico. Sprizza cinismo da tutti i pori. Se fosse stato il mio primo Sedaris, sarebbe stato anche l’ultimo. Rispetto agli altri, manca competamente della parte divertente.

Middlesex – Jefferey Eugenides

L’aspettativa
“Ha vinto un Pulitzer, è stato pluriristampato. Ha un numero consistente di pagine: mi terrà occupata per un po’”

La realtà
Non è un brutto libro (alcuni lo trovano meraviglioso e geniale), ma, per quanto mi riguarda, ha almeno un centinaio di pagine in eccesso. In più, la mia sensazione è che fosse voyarestico come gli uomini vicino alla piscina in cui Cal nuota nudo. Ultimo, ma non per importanza, il protagonista è onniscente, ma più che essere utile alla trama è utile all’autore. Mi sono un po’ consolata leggendo la recensione del Guardian in cui John Mullan condivideva la mia perplessità sull’argomento.

La solitudine dei numeri primi – Paolo Giordano

Cosa mi aspettavo
Se hai messo la matematica nel titolo, avrà un senso per l’andamento del libro. Questo sarà un romanzo simile al Teorema del pappagallo o al Mago dei numeri.

La realtà
La matematica non c’è. Il libro è un romanzo di formazione “doppio”, nel senso che i protagonisti sono due, ma numeri non ce ne sono quasi mai. Il titolo (ho scoperto ben dopo averlo letto) è stato deciso dall’editor e, almeno secondo me, crea un certo tipo di aspettativa (che viene delusa).

La montagna incantata – Thomas Mann

Pre lettura
Adoro Thomas Mann. E’ un genio. Come riesce a ricreare la sensazione di spleen in Morte a Venezia è semplicemente fantastico.

Post abbandono
Non ce la posso fare. Settecento pagine di Morte a Venezia sono decisamente troppe da sopportare (perfino le 300 che ho letto io erano troppo per me). Uno dei pochi libri che ho abbandonato senza finire (e che non ho nessuna intenzione di riprendere in mano :)).

Diario di scuola – Daniel Pennac

Cliccando sull’immagine si arriva all’epub. Meglio il PDF? No problem, eccolo.
Da dove venivo
Per questo la colpa è mia.
Nel periodo in cui ho letto Diario di scuola, avevo letto più volte, il ciclo di Malaussène e forse mi ha condizionato la lettura :).

Sulla strada – Jack Kerouack

Al tempo, quando ho letto questo libro, ero una giovane donna piena di sperenze e sogni. Questa era la Bibbia della Beat Generation e pensavo potessimo condividere un pezzo di strada.

Mi sbagliavo.

Ah, queste aspettative deluse mi hanno intristito. Vado a cucinare una torta che è meglio!

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