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Categoria: Libraia digitale

I consigli di Paolo Malaguti

Paolo Malaguti e il Sillabario Veneto - fonte foto: www.paolomalaguti.it

Paolo Malaguti e il Sillabario Veneto –

Questa settimana, con il gruppo di lettura della mia biblioteca, abbiamo incontrato Paolo Malaguti, autore di “Sul Grappa dopo la vittoria“, “Sillabario veneto” e “I mercanti di stampe proibite” (quest’ultimo mi ha tenuto compagnia per quasi tutto il mese di ottobre).

Il lettore Paolo Malaguti

Spesso, almeno per la mia esperienza, quando si parla con un autore si finisce per condividere anche le esperienze come lettori :). Paolo Malaguti, che è una persona veramente squisita, si è ben prestato e ci ha parlato di un sacco di libri interessanti. Per questa settimana, ci accompagneranno i suoi “imperdibili”.

William Shakespeare: “forse l’ho letto troppo presto, ma mi ha molto colpito”

Condivido con Paolo la lettura precoce (almeno di Romeo e Giulietta e dell’Amleto).
E’ un autore che è morto da mò, quindi è “scaduto” il copyright, il che significa che gli scritti del buon William sono di pubblico dominio, appartengono a tutti (gaudio e tripudio). Le copie gratuite (e libere) di commedie e tragedie si trovano:

  • Progetto Gutenberg (epub e pdf – per alcuni scritti anche mobi e html – in lingua inglese);
  • LiberLiber (pdf, epub ed audiobook in lingua italiana);
  • Wikisource ha Macbeth, Amleto e la Tempesta. Se non hai la più pallida idea di cosa sia Wikisource qui di sicuro c’è qualche risposta :);
  • Librivox, che è un progetto che contiene solo audiobook, in particolare in lingua inglese, di libri che si trovano nel pubblico dominio.

 

Giovannino Guareschi: “imperdibile”

Per quanto mi riguarda, ho messo nel mio lettore le prime due opere di Giovannino Guareschi, creatore di Don Camillo.

 

Wu Ming: Altai e Luther Blisset: Q

Dal 1996, tutti i nostri libri recano per contratto la seguente dicitura: Si consente la riproduzione parziale o totale dell’opera e la sua diffusione per via telematica, purché non a scopi commerciali e a condizione che questa dicitura sia riprodotta. – Wu Ming

Per me personalmente, tra i primi ebook liberi che ho scaricato.
Paolo Malaguti ci ha citato, in particolare, Q e Altai, in risposta alla domanda “Lei ha letto il loro ultimo? E, quali sono quelli che proprio bisogna leggere?” (No, non aveva letto l’ultimo).
Li si trovano entrambi nella parte download del loro vecchio sito.
Q è scaricabile in PDF. Altai in epub.

Luigi Meneghello: “denso”

Io (Erika) non ho mai finito nulla, quindi vado sulla fiducia. Il fatto che ho cominciato “Libera nos a malo” almeno tre volte, vale? No, vero?

 

Madame Bovary: “mi ha proprio colpito!”

Anche per questo vado sulla fiducia: è nella mia lista (di libri da leggere) da un bel po’, ma non ci sono ancora riuscita, a leggerlo :).
Anche lui è di pubblico dominio, quindi è scaricabile da LiberLiber. Purtroppo niente epub, ma c’è il pdf e il txt.

Goffredo Parise: “l’ho chiaramente omaggiato ne Il sillabario veneto”

Si può leggere o farselo leggere :). Su BookRepublic c’è, infatti, sia il formato epub che l’audiobook.

Di nuovo un mea culpa: Parise non lo conosco proprio. Al contrario di quello che pensa una signora del gruppo di lettura, non ho letto tutto lo scibile umano. Mi piacerebbe, è nella lista delle cose da fare, ma ancora non l’ho fatto ;).

 

Mario Rigoni Stern: “un confronto inevitabile e uno dei miei primi innamoramenti letterari”

Sarò una pessima lettrice, ma di Rigoni Stern ho letto solo Il bosco degli urogalli, acquistato per 0.50 cent da una libraia ambulante di Padova. Ogni anno mi ripropongo di leggere qualcos’altro, sarà la volta buona?

 

Moby Dick: “dare un nome ai personaggi condiziona il lettore. Per me, Ismaele avrà sempre la faccia di un mio amico con lo stesso nome”

Un libro che si porta una storia per Paolo Malaguti.

E più di una. Per me Achab, Ismaele e la balena sono legati indissolubilmente ad uno dei corsi più interessanti (e più difficili) che ho fatto all’università: semiotica. Un corso evitato da molti, ma che io ho trovato veramente edificante. Mi sono persa tra significato e significante, tra senso e segno e me lo porto ancora nel cuore.

Questa storia, per i più impavidi, è scaricabile in lingua dal Progetto Gutenberg.
Per gli altri, al prezzo di un cappuccino con la briosche è acquistabile da BookRepublic.

Se volete leggere com’è andato l’incontro, com’è il libro che ho letto e altre amenità trovate tutto qui.

Ma voi, questi libri consigliati li avete letti? Quali? Quando? Cosa vi hanno lasciato?

Della necessità di rimettere il naso nei libri

Ebbene sì.

I videogame hanno rovinato la mia vita, ma ne ho altre due.

Videogame – attribuzione foto

Ci sono cascata anch’io.

Ho installato un gioco (uno di quelli stupidi e senza scopo, niente di intellettuale) nel mio smartphone e mi ci sono persa.

Ho abbandonato le mie letture sul comodino, sulla lavatrice e sul divano. Ho lasciato languire le pagine, lasciando passare i giorni.

Ecco perchè oggi ho deciso di parlare di libri che ti obbligano a tirare su il naso dai giochi elettronici e rimetterlo nei libri ;).

Il teorema del pappagallo – Denis Guedj

Io non sono una fan della matematica. Mi spiace. Quando vedo i numeri il mio povero cervello si blocca e va a farsi un giro.

Non la capisco, non mi piace e mi fa sentire scema.

Ciò nonostante questo è uno di quei libri di cui sono grata. Si parla di numeri e di teoremi e ci sono delle formule matematiche dentro, ma è un giallo veramente piacevole.
La storia della matematica è la protagonista, in una Parigi segreta e magica che ha come centro la libreria “Mille e una pagina”. Ogni pagina ti obbliga a leggere la successiva e la matematica è spiegata a prova di scemo (voglio dire, se me lo sono goduto io, fidatevi!).
L’ho letto tutto di un fiato. Ce l’ho in cartaceo, in epub e, se potessi, lo comprerei anche su pergamena (il PDF c’è, ma passo perchè non è che mi piaccia molto come formato :D).

Il cacciatore di aquiloni – Khaled Hossein

Una storia dolce e straordinaria.

Ci sono bambini, aquiloni, Afghanistan, Stati Uniti, emigrazione, immigrazione, sensi di colpa, ritorno in patria e molto altro.

Per me è stata una lettura invernale: divano, plaid e the caldo in un pomeriggio piovoso.

Ho sofferto dell’ansia da separazione tipica della fine dei bei libri. Me lo sono portato in giro per un po’, anche se lo avevo finito, giusto per non separarci (lo so sono malata, ma spero che i lettori mi capiranno).

Jane Eyre – Charlotte Brontë

Un classico del 1847. Che, per pregiudizio, io ho letto solo quest’anno :).
Prima di affrontarlo, per me era solo un romanzo su una stupida donnetta (perdonatemi i termini). Per cui non riuscire a lasciarlo fino alla fine, mi ha davvero stupita.
Jane è un personaggio fantastico. Indipendente, intelligente, coraggiosa, caritatevole e profonda. E’ lei che mi ha inchiodato a questo libro.

Le scelte che fa sono inamissibili per la società vittoriana, ma lei cerca di fare i conti solo con se stessa: tutt’altro che una stupida donnetta.
La Bronte è veramente magistrale nel descrivere i personaggi, i loro pensieri, le loro vite.
Assolutamente da leggere!

Oltre che su bookrepublic, lo trovate in epub (e altri formati) su LiberLiber. Lo si può scaricare gratuitamente, ma al modico prezzo di 0.49 € si può sostenere il progetto per poter “liberare” altri libri fuori dal copyright.

Il mastino dei Baskerville – Arthur Conan Doyle

Sherlock Holmes è un invito irrinunciabile a tirare su il naso dal videogioco e rimetterlo sui libri.

E’ una di quelle cose che bisogna si vuole leggere nella vita. O meglio, che io ho voluto leggere nella vita.

Questo in particolare è il romanzo dove Doyle fa “risuscitare” Sherlock Holmes. E, sempre secondo la mia modesta opinione, è il giallo più bello di Arthur Conan Doyle.

Non serve aggiungere altro :).

Notre-Dame de Paris – Victor Hugo

No, non è neanche lontanamente simile a questo:

Io questo lungometraggio della Disney lo detesto ed è il motivo per cui fino alla mia veneranda età non avevo ancora mai letto questo capolavoro.
Notre-Dame è ben scritto, divertente, interessante, mai scontato (sospiro di nostalgia). Una volta iniziato non si riesce più a posarlo, fino alla fine.

E il finale, ohhh il finale. Magistrale. Nella vita da lettore perderselo sarebbe un peccato, secondo me.

Dando buca a Godot – Stefano Bartezzaghi

Un regalo (grazie Ale e Toni!). Per cui è un po’ come un appuntamento al buio :).

Io adoro i giochi linguistici, le parole multisignificanti, i palindromi, gli anagrammi e tutto ciò che “manipola” il linguaggio.

In questo volume, l’unico enigmista che io conosca (non personalmente) raccoglie un sacco di

“giochi insonni di personaggi in cerca d’autore”

con l’invito a creare nuove storie con le regole che ci presenta.

Oltre ad avermi fatto tediare Matteo per una settimana intera con i tautogrammi, questo libro si è fatto leggere tutto d’un fiato e riprendere in mano varie volte.
Non ho ancora cominciato a proporlo al posto dei giochi in scatola, ma di sicuro sarebbe divertente :).

A parte questo, non ci sono altri effetti collaterali.

Non sempre avere il naso nei libri è una cosa buona, ma con questi libri sì, almeno secondo me.
Mi piacerebbe tanto sapere quali altri titoli vi fanno tornare a mettere il naso tra i libri :).

Perchè ho deciso di affiliarmi a BookRepublic e diventare una libraia digitale freelance

Qualche tempo fa mi sono imbattuta nel programma di affiliazione di BookRepublic, grazie a questo post. Ho letto il contratto e ho deciso di affiliarmi. Ecco perchè.

Motivi personali

Bookseller - attribuzione foto

Bookseller – attribuzione foto

Da sempre leggo molto e uno dei miei sogni è diventare una libraia. Una di quelle donne che riconoscono il titolo di un libro da un breve accenno.Una persona cha sa consigliare esattamente il libro di cui hai bisogno, quel libro particolare che non avresti mai letto se non te lo avessero consigliato.

Ogni volta che penso ad una libraia davvero eccellente, ricordo con affetto la santa donna dell’ormai defunta libreria Galileiana a Padova, da cui ho acquistato tutti i libri dell’università. Questa santa donna (di cui non ho mai saputo il nome) una volta è stata in grado di farmi comprare il volume giusto con questa premessa: “mi pare fosse un libro con dei fiori nel titolo” (per la cronaca era Di viole e liquirizia di Nico Orengo). Di fronte a librai come lei siamo tutti dei dilettanti :).

Mi sono fatta forza pensando agli ultimi libri che ho consigliato. Hanno riscosso un certo successo, quindi ho deciso di mettermi alla prova con consigli più ampi, con i miei colpi di fulmine librari, e vedere cosa succede.

Il contratto

Dopo aver scoperto il programma, la diffidente che è in me si è levata a gran voce: “vedrai che c’è una fregatura e non potrai fare quello che vuoi”, “vedrai che ci sono dei vincoli impossibili”, e via di questo passo. Ho scaricato il contratto (ebbene sì, si firma un contratto ed è una procedura legale) e quello che ho letto mi ha davvero messo di buon umore.

Non devo:

  •   pagare nulla (non so se è diverso per le aziende);
  •   segnalare un numero minimo di libri al giorno;
  •   fare almeno un tot. di vendite al mese (la mia personalità paranoica si preoccupava che DigitPub, la società dietro BookRepublic, si tenesse la mia percentuale se non raggiungevo la quota minima fatturabile ogni mese).

Posso:

  • consigliare un libro solo nel mio blog o quanti ne ritengo utili;
  • segnalare i libri che più mi piacciono, senza obbligo alcuno;
  • controllare quali e quanti libri generano più click e più entrate. In sè non significa niente, ma in relazione ai libri che mi sentirò di consigliare, posso vedere se e come il mio gusto personale è ritenuto affidabile (in parole povere, ci si fida del mio umile giudizio per acquistare un libro?). Il che, al di là delle entrate economiche, per me sarebbe una bella soddisfazione;
  • gestire le cose con semplicità (di fatto DigitPub ti permette di creare dei link, ma tutto il processo di vendita continuano a gestirlo loro, così come la parte di software e di analytics per capire cosa, come e quanto stai vendendo);
  • prendere l’8% “al netto d’IVA per ogni transizione avvenuta”, il che significa, per me, che posso acquistare più libri, leggere di più e consigliare di più. Rispetto al margine del 20%  [¹]  è la metà, ma io considero che tutta la parte software la gestisce BookRepublic, quindi, di fatto è un 8% al netto delle spese vive che una librera tradizionale dovrebbe caricarsi.
  • almeno teoricamente, posso aderire ad altri programmi di ecommerce di libri. Ultimabooks ne ha uno interessante che sto considerando di abbinare. Dico teoricamente, perchè nel contratto di DigitPub non ci sono limitazioni di questo tipo, ma potrebbero esserci dall’altra parte (se il secondo fornitore di ebook ponesse delle clausule di non concorrenza, ad esempio).

Insomma, il contratto è decisamente favorevole a chi decide di intraprendere l’affiliazione.

I cookie

L’unica cosa un po’ rognosa sono i cookie: il software di BookRepublic rilascia un url univoco, che richiede a chi ci clicca di accettare un “biscottino” per il tracciamento. Nessuno ti può obbligare ad accettare un cookie, quindi, nel caso qualcuno lo declini, non si ha la percentuale della vendita.

In realtà i cookie sono la base di praticamente tutti gli ecommerce (oltre che di molte altre cose): anche quando ci si rivolge ad Amazon ci si becca un biscottino (di cui però non si è avvertiti, a meno che non li si blocchi).
Insomma, come nelle librerie fisiche, il libraio consiglia, ma nessuno è obbligato ad acquistare e non ti può seguire per vedere se poi il volume lo compri da qualcun’altro (fisico o digitale, poco importa).

Per me è una bella sfida: non conosco nessun libraio digitale di persona (c’è la libraia di Ultima Books che è una delle mie fonti virtuali, ma non ho ancora mai avuto il piacere di vederla fisicamente); gli ebook fanno parte della mia vita, ma non della vita di tutti i lettori ed ho sempre consigliato titoli a destra e a manca, ma i risultati non sono sempre stati positivi.
Vedremo come andrà.

I primi consigli

Dato che sabato si è sposata una mia cara amica, i primi consigli saranno per le coppie.

Come tutti i libri, anche loro si portano una storia. Il primo era l’unico romanzo che unisse la mia collezione di libri con quella di Matteo (e sì, ce l’abbiamo ancora in duplice copia). Il secondo l’abbiamo (io e Matteo) ricevuto in dono per il nostro matrimonio, ci è caduto in una vaschetta d’acqua, ci ha fatto ridere (non solo per l’acqua) e riflettere.

E voi? Conoscete qualche libraio digitale? Ne seguite qualcuno sul web? Perchè vi fidate dei consigli dei librai digitali (o non vi fidate)?

 

[¹] – Questo è l’unico link che ho trovato con dei numeri chiari sul margine delle librerie. Mi rendo perfettamente conto che non c’è scritto chi è l’autore nè dove lavora nè come ha avuto le informazioni. Purtroppo, il guadagno che si può avere in un esercizio commerciale, è una di quelle cose affidate solo ed esclusivamente ad adepti che hanno superato prove sui carboni ardenti :).

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