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Di cosa parla il tuo racconto?

Ho scritto un racconto, quindi la famosa domanda “di cosa parla?” la aspettavo al varco.

La copertina rosa del mio racconto - emozione!

La copertina rosa del mio racconto – emozione!


L’editore mi ha fatto scrivere una sinossi (per cui, se vi interessa una piccola risposta c’è):

Anna è una ragazza normale, quasi comune, innamorata della città dove vive e con il sogno di diventare medico. Fin da piccola è sempre stata una ragazza per bene. La sua vita si svolge praticamente solo dentro l’ospedale in cui lavora. Solo la sua migliore amica, Alice, riesce a farla uscire ogni tanto.
Andrea è un ragazzo che vive di espedienti da quando, a sedici anni, ha lasciato la casa romana dei suoi genitori. Furbo e pieno di risorse, è perfettamente in grado di ottenere quello che vuole. Tranne la cosa più importante per lui.
Si incontreranno a Padova, legati da un segreto che solo uno dei due conosce. Aule studio, librerie e bar fanno da sfondo a questa ricerca di sé e dell’altro, che si rivelerà essere un’ossessione in piena regola.

Ma io queste cose le odio. Davvero. Da quando, alle superiori, mi chiedevano “di cosa parla questa poesia?” e io dovevo ridurre qualcosa di magnifico alle mie povere parole.
In questo caso le parole sono mie in entrambi i casi, ma ho la sensazione di tradire me stessa a fare un riassunto del mio racconto. Preferisco raccontarvelo in un altro modo: attraverso la sua creazione.

Com’è nato 1: Padova

La città del Santo è dove ho studiato, dove ho vissuto da sola per la prima volta, dove ho ambientato il mio racconto.
Quando Mariantonietta, curatrice della collana ePink, mi ha detto che cercava racconti ambientati in Italia, Padova era lì in un angolo della mia mente colma di ricordi (alcuni piacevoli, alcuni meno) da cui attingere. E urlava a gran voce di farla uscire.
Se la storia di Anna e Andrea sembra plausibile è solo grazie a Padova: i posti sono i miei, quelli che ho amato (e amo tuttora) – il bar Maximilian mi ha accolto per anni, la piazzetta del Duomo è stata cornice di molti miei pomeriggi, l’aula studio in via Tito Livio è stata mia compagna per 150 ore.
Alice ha un po’ di tutti gli amici dell’università; Anna ha un po’ di tutti gli studenti fuori sede che ho conosciuto.
Anche la violenza è di Padova, sebbene, personalmente, non mi sia mai successo nulla. Quando la frequentavo quotidianamente, la città del Santo era praticamente militarizzata: c’erano soldati ad ogni angolo e vigili e carabinieri. Il senso di pericolo era costante, volente o nolente la guardia era sempre alzata. Ciò nonostante, io tornavo la sera tardi a piedi da sola, prendevo i mezzi e vivevo la mia vita, senza che mi sia mai stato torto un capello.

Com’è nato 2: Anna

Anna è la protagonista di questo racconto.
Padova è donna, quindi lo è anche Anna.
Anna è medico, per due motivi. Il primo riguarda me: il corpo umano è una macchina che mi affascina da morire. Il secondo rigurda Padova: moltissimi studenti arrivano all’università patavina con il sogno della medicina. Alcuni ce la fanno, altri semplicemente, ripiegano verso altri corsi, con l’idea di riprovare. La mia eroina ce la fa: riesce ad essere medico, ma a prezzo della sua vita privata. Vorrei dire che questo è un parto della mia immaginazione, ma non è così. Ho visto conoscenti esaurirsi giorno dopo giorno, tra i corridoi dell’ospedale universitario, per provare a farcela.

Com’è nato 3: Andrea

Sker-Andrea ha qualcosa di tutti i senza tetto che vedevo passando. Ha qualcosa di tutti quelli che provano a venderti qualcosa mentre passeggi (chi passa abitualmente per Corso del Popolo sa a cosa mi riferisco). Inoltre, c’è un pizzico di Padova anche in lui: quella volta che ho visto il contorno di un cadavere segnato con il gesso; quella volta che ho quasi assistito ad un aggressione (scampata solo perchè la poveretta era riuscita ad infilarsi in un portone blindato); quella volta che hanno recuperato un cadavere dal Piovego (no, non ho visto il cadavere).
Volevo che avesse una voce sua perchè spesso le persone che vivono per strada non ce l’hanno. Non conosciamo la loro storia e non ci interessa scoprirla. Ed ecco perché è diventato un romanzo a due voci.

Le parole, i collegamenti, la trama sono nati tutti in seno a questo trittico, perciò è di questo che parla il racconto. Parla anche di me, inevitabilmente, ma lo si scopre solo se mi si conosce (o almeno così mi hanno detto i miei primi lettori).

Lo trovate da domani negli ebook strore. Non vedo l’ora di sapere cosa ne pensate :). Piccione viaggiatore, segnali di fumo, telefono senza fili: usate quel che volete, ma fatemi sapere cosa ne dite!

Libri pigri a San Valentino

San Valentino..pfff!

Anche se non dovrebbe, questa giornata è inevitabilmente legata ai regali. A me i doni piacciono tutto l’anno! Sono nata il 14 Dicembre (come mio fratello), per cui mi porto degli strascichi infantili: spesso ci toccava una sola torta in due e i regali erano raggruppati compleanno-Natale-befana perchè tanto erano vicini. Per quanto mi abbia sempre divertito condividere la torta con il mio fratellozzo, i regali raggruppati sono sempre stati un cruccio. So che è un po’ bambinesco, ma la sorpresa di aprire qualcosa di inaspettato è sempre stato un brivido di piacere. Mi piace anche aprire le bollette, pensa un po’ :).

Consegna speciale di San Valentino - attribuzione foto

Consegna speciale di San Valentino – attribuzione foto

Perchè questo lunghissimo prologo?

La settimana scorsa ho ricevuto una sorpresa digitale. Una mattina apro la mail ed eccolo lì, un messaggio inaspettato e con un allegato. Gaudio e tripudio!  L’ho già detto che mi piacciono i regali :).

Apro l’allegato e mi sono trovata un bellissimo epub, dal titolo Lettere di San Valentino, autrice Giulia Greco. La prima reazione è stata: “macchec..o, San Valentino, manca un sacco di tempo e io odio le smancerie!”. Ma a caval donato non si guarda in bocca, per cui l’ho letto. E ho fatto bene!

Lettere di San Valentino

Lettere di San Valentino è l’ultima fatica di Lazybook, una deliziosa casa editrice digitale nata da Mariantonietta Barbara e Donato Colafiglio. La prima è una mia concittadina che ho conosciuto virtualmente grazie ad Elisa Artuso, altra bassanese, autrice di Ecofamiglie. Per ora lei e il suo partner lavorativo, hanno pubblicato undici ebook: nove racconti brevi, due racconti e un romanzo.

A Natale avevo scaricato La Posizione dell’albero: un racconto divertente e ironico su Babbo Natale  e il di sexy croquet. Sexy croquet e libri pigri: il binomio mi aveva molto divertito e l’ho preso così, d’impulso e sulla fiducia. Poi c’è stato il Gatto nero di Babbo Natale, l’amica e Temporali. Tutti molto particolari e diversi dalle mie solite letture (anche se la dimensione del racconto mi dà sempre la sensazione di coito interrotto). Per cui, nonostante il tema sanvalentinesco, ero molto curiosa di vedere cosa c’era di nuovo.

Perchè leggere Giulia Greco a San Valentino

  • E’ un libro snello, ma pieno.
  • Ci sono tanti tipi di amore diverso.
  • Lei scrive bene.
  • La copertina è molto carina.
  • Una delle lettere è scritta da una che odia san Valentino.
  • Cito: “Alcuni dei fatti raccontati nelle lettere sono accaduti veramente, altri ne sono il naturale completamento offerto dalla mia fantasia”.
  • Una delle lettere è piuttosto incazzosa.
  • Il destinatario di una missiva ce l’ha piccolo.
  • Ci sono genitori che feriscono i figli sia per il troppo amore, sia per l’assenza di affetto.
  • C’è un uomo che confessa di aver pensato al Viagra.
  • Mariantonietta e Donato lo regalano anche a voi (insieme all’Amica e Temporali) se gli scrivete a  redazione@lazybook.it, indicando come oggetto San Valentino (A San Valentino gli ebook sono gratis).

Io non gli ho scritto: è stato, da parte loro, un graditissimo regalo, inaspettato e inatteso. Non mi pagano per parlare di loro (volevo già farlo da un po’, ma aspettavo ci fossero più titoli). Si torna ai doni, perchè alla fine (non se ne voglia Matteo), il mio primo amore sono i libri e nella mia vita mi sono stati donati tante volte – per fortuna!. Sono felice di aver trovato qualcosa che non mi caria i denti, pur essendo a tema San Valentino. Il fatto che sia un anche un dono è anche meglio :).

 

Ps. Fatemi sapere se decidete di farvelo regalare :).

Persone speciali

Mercoledì sono stata al mio (quasi) nuovo gruppo di lettura marosticense. Le donnne che ne fanno parte sono frizzanti e divertenti (oltre che con un ottimo gusto in fatto di libri). E’ sempre un piacere incontrarle. Hanno età ed esperienze diverse: alcune sono insegnanti, altre sono pensionate, una è una libraia, una è scrittrice, ma sono tutte curiose e intelligenti. Se qualche uomo fa parte del gruppo, per ora non l’ho ancora incontrato per cui, per me, a Marostica è una serata in rosa :).

Dato che ogni gruppo di lettura ha il suo carattere personale, vi racconto un po’ Insieme per leggere. La sede è la biblioteca di Marostica, ci troviamo il primo mercoledì del mese e ci si confronta sui libri letti nel mese precedente: ognuna racconta le sue letture, cosa è piaciuto, cosa non è piaciuto. Diciamo che più che un gruppo di lettura, è un gruppo di diffusione della letteratura (per la cronaca, organizzano anche delle letture ad alta voce).

Ogni mese resto sconcertata dall’ampiezza delle letture di queste signore. Ognuna legge libri diversi, generi diversi e cerca storie diverse.

Durante l’incontro di questo mese, tra le altre cose, ho messo sul piatto un libro che ha causato gridolini di approvazione. Tutte quelle che l’avevano letto, concordano sul fatto che fosse un meraviglioso libro, ben scritto, con ottimi personaggi e con una storia davvero carina.

Perchè è stato così speciale

Prima di dirvi che libro è, voglio raccontarvi una cosa di me.

Persone speciali - Attribuzione foto

Persone speciali – Attribuzione foto

Da qualche anno, faccio parte di una realtà che si chiama Associazione Tonino Bello. L’attività principale sono le ferie integrate: un’esperienza estiva con i ragazzi disabili (il sito è un ottimo modo per farsi un’idea, anche se molto limitata rispetto a quello che succede davvero).

Perchè dirvi tutto questo? Perchè il libro di cui abbiamo parlato è Wonder di R.J. Palacio. Ci sono mille libri che parlano di diversità (uno fra tutti Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, in cui il giovane detective è autistico), ma questo è veramente speciale.

Il rapporto di Auggie con il mondo è pregiudicato dal suo aspetto: ha un milione di malattie che gli si vedono in faccia e, spesso, le persone vedono solo il suo viso. Quando va alle scuole medie (smettendo di studiare da casa per la prima volta nella sua vita), conosce dei ragazzi che lo accettano, altri che gli danno filo da torcere, ma lui resta sempre lo stesso ragazzo spiritoso e divertente (anche se non è tutto rose e fiori, ovviamente).
La scuola è difficile per tutti, ma per August lo è un po’ di più.
Auggie ha i suoi momenti no, vorrebbe essere diverso. Ma non lo è. Ogni mattina si sveglia con la sua strana faccia e non può farci nulla.

Le lezioni che si imparano con il tempo

Da parte mia, devo dire che mi sono molto emozionata con questa lettura. Per quanto si cerchi di essere “brave persone” c’è sempre qualcosa che ti mette di fronte la realtà. Nell’associazione Tonino Bello ci sono ragazzi che all’inizio mi hanno fatto paura solo per il loro aspetto, altri che mi mettevano a disagio per il tipo di disabilità che hanno, altri ancora che sono molto veementi e quindi mi fanno irrigidire.

Nella mia vita, è stato un dono meraviglioso potermi scontrare con i pregiudizi che non sapevo di avere: mi ha aiutato a crescere. Se vi siete fatti l’impressione che adesso vada tutto bene, non è così: io ho ancora dei pregiudizi che saltano fuori, solo li riconosco.

L’altra grande lezione di vita che mi hanno dato i ragazzi speciali è riconoscere senso di pietà che abbiamo dentro (quello negativo, quello che ti fa dire “Oh, poverino!”). Ognuno di noi pensa di doversi comportare in maniera “delicata” di fronte alle persone diverse. Non facciamo battute per paura di offernderli, non facciamo domande, non guardiamo i “punti critici”, e via di questo tenore. La realtà è che non dobbiamo fare così. Non per forza almeno. Con una persona “normale” ci comportiamo così? Non penso proprio.

Come August, ognuno ha il suo carattere. Ognuno ha un senso dell’umorismo, ognuno si offende per alcune cose, ognuno ha delle capacità.

Con l’esperienza dell’associazione mi sono resa conto di essere molto più “disabile” di alcune persone considerate tali 🙂 : non ho il senso dell’umorismo di August, non so esprimere bene i sentimenti come alcuni ragazzi della Tonino Bello, sono più “schizzinosa” con le persone di quanto lo siano le persone del mio gruppo. Decisamente non ho la forza di volontà di Lizzie Velasquez (che è stata definita la donna più brutta del mondo).

Se volete qualche altro spunto per iniziare la lettura, l‘Huffington post ha un bel post con citazioni e booktrailer. Alla prossima!

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