Lo spunto

chef all'opera

Ecco come mi sono sentita – attribuzione foto


Questo lunedì sono stata ad un laboratorio di cucina a tema colazione organizzato dal mio GAS. Il mio primo corso di cucina! Ero veramente carica e felice, ma le cose non sono andate come mi aspettavo :(.

Sono partita da casa con l’idea di “mettere le mani in pasta”, ho messo il mio fighissimo grembiule in borsa e via: mi immaginavo immersa nella farina, con le mani sporche di frutta e a lottare con le uova.

Ho addirittura lasciato a casa gioielli e affini per non doverli scrostare poi.

Avevo anche già pensato a qualche libro di cucina da condividere (nonostante io in cucina consulti solo la carta: un ricettario di procedimenti antichi scritto a mano da mia mamma, un paio di libri di ricette regali di amici, qualche volumetto per le cose etniche e qualche ritaglio sparso).

In realtà, le cose sono andate in modo diverso. Durante la serata, un cuoco ci mostrava il procedimento da dietro un tavolo. Lui preparava e cucinava tutto: a noi il solo “onere” di assaggiare. Niente farina nei capelli, zucchero sulle scarpe o cioccolato sgranocchiato di nascosto.

Aspettative: brutte bestie

La serata, in realtà, è stata molto piacevole. Le partecipanti sono state servite e riverite da uomini delle varie associazioni organizzanti e abbiamo mangiato delle cose buonissime.

L’unica cosa che veramente mi ha indispettito è stata che io avevo un’idea diversa in testa, quindi ho passato la serata (e il giorno successivo) a borbottare “tutto bello, ma io volevo fare, altrimenti non capisco le consistenze” 🙂 (che pigna di donna!).

I libri e le aspettative

Dopo aver smesso di mugunare e lamentarmi, non me la sentivo più di cercare libri sulla cucina o di cucina (troppo doloroso), quindi ho “virato” sulle aspettative deluse. Ho ripensato alla mia vita da lettrice e ho ripescato da cassetti e cartelle (e da altri posti in cui li avevo abbandonati) i miei libri ammazzaentusiasmo: come il corso di cucina, non che fosse brutto in sè, sono io che pensavo ad una cosa diversa.

Holidays on ice – David Sedaris

L’aspettativa
Avevo già letto altri libri suoi; mi ero divertita; l’avevo catalogato cinico e ironico, ma piacevole.

La realtà
E’ un libro cinico, solo cinico. Sprizza cinismo da tutti i pori. Se fosse stato il mio primo Sedaris, sarebbe stato anche l’ultimo. Rispetto agli altri, manca competamente della parte divertente.

Middlesex – Jefferey Eugenides

L’aspettativa
“Ha vinto un Pulitzer, è stato pluriristampato. Ha un numero consistente di pagine: mi terrà occupata per un po’”

La realtà
Non è un brutto libro (alcuni lo trovano meraviglioso e geniale), ma, per quanto mi riguarda, ha almeno un centinaio di pagine in eccesso. In più, la mia sensazione è che fosse voyarestico come gli uomini vicino alla piscina in cui Cal nuota nudo. Ultimo, ma non per importanza, il protagonista è onniscente, ma più che essere utile alla trama è utile all’autore. Mi sono un po’ consolata leggendo la recensione del Guardian in cui John Mullan condivideva la mia perplessità sull’argomento.

La solitudine dei numeri primi – Paolo Giordano

Cosa mi aspettavo
Se hai messo la matematica nel titolo, avrà un senso per l’andamento del libro. Questo sarà un romanzo simile al Teorema del pappagallo o al Mago dei numeri.

La realtà
La matematica non c’è. Il libro è un romanzo di formazione “doppio”, nel senso che i protagonisti sono due, ma numeri non ce ne sono quasi mai. Il titolo (ho scoperto ben dopo averlo letto) è stato deciso dall’editor e, almeno secondo me, crea un certo tipo di aspettativa (che viene delusa).

La montagna incantata – Thomas Mann

Pre lettura
Adoro Thomas Mann. E’ un genio. Come riesce a ricreare la sensazione di spleen in Morte a Venezia è semplicemente fantastico.

Post abbandono
Non ce la posso fare. Settecento pagine di Morte a Venezia sono decisamente troppe da sopportare (perfino le 300 che ho letto io erano troppo per me). Uno dei pochi libri che ho abbandonato senza finire (e che non ho nessuna intenzione di riprendere in mano :)).

Diario di scuola – Daniel Pennac

Cliccando sull’immagine si arriva all’epub. Meglio il PDF? No problem, eccolo.
Da dove venivo
Per questo la colpa è mia.
Nel periodo in cui ho letto Diario di scuola, avevo letto più volte, il ciclo di Malaussène e forse mi ha condizionato la lettura :).

Sulla strada – Jack Kerouack

Al tempo, quando ho letto questo libro, ero una giovane donna piena di sperenze e sogni. Questa era la Bibbia della Beat Generation e pensavo potessimo condividere un pezzo di strada.

Mi sbagliavo.

Ah, queste aspettative deluse mi hanno intristito. Vado a cucinare una torta che è meglio!