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Categoria: Cultura open Pagina 6 di 7

Copyleft, diritto d’autore, esperimenti in licenza opensource, risorse che non fanno violare il diritto d’autore.

Si possono condividere gli ebook?

Mi capita spessissimo, prima che me ne renda conto la frase magica “ho letto questo libro fantastico, te lo presto!” esce dalle mie labbra. Molto più velocemente di quanto sia disposta ad ammettere. Capita anche a voi?

Questa strana mania dei lettori di voler prestare i libri

Con i libri cartacei, problemi non ce ne sono: la prima volta che ci si vede si fa il passaggio di mano. Ovviamente con me il tutto è accompagnato da minacce da mafia russa: “se me lo perdi ti troverò ovunque tu sarai e vedrai la mia ira”; “se non me lo rendi per me sei morto”; “se me lo rovini farò a te quello che hai fatto a lui”, etc. (i miei amici lo sanno e non vedono l’ora di vedere quale bizzarria tirerò fuori dal cappello 😀 ma nessun amico è stato sfregiato per la realizzazione di questo post).

Sii gentile, restituisci ciò che ti viene prestato! -  attribuzione foto

Sii gentile, restituisci ciò che ti viene prestato! – attribuzione foto

Esiste un diritto alla condivisione degli ebook?

Questa settimana lascio che siano le parola del buon Andrea Zanni, presidente di Wikimedia Italia, a rispondere. Andrea ha scritto il capitolo “Hai diritto di condividere gli ebook?” per il Kit di sopravvivenza del lettore digitale, ebook sull’ebook curato da Tropico del libro che, a mio modesto parere, è una lettura fondamentale per tutti gli editori digitali. Più o meno, è quello che i lettori vorrebbero poter fare con gli ebook (e non sempre possono).

Esiste un diritto alla condivisione di ebook?
La risposta è (come sempre): dipende.
Credo sia sacrosanto il diritto di poter mandare ad un amico una mail con allegato un ebook, mentre cosa diversa è condividere la propria collezione di migliaia di ebook attraverso le reti di file sharing…
Ma partiamo con ordine.

Un ebook non si presta, si condivide

Saltando la questione DRM (quella fastidiosa tecnologia che ti permettere di accedere ad un ebook solo su sei dispositivi collegati alla stessa licenza), con i libri digitali i prestiti diventano difficili. Il problema principale è proprio la condivisione: un ebook non lo si “presta”, lo si condivide.

È importante capire infatti che, in realtà, nel mondo digitale la parola “prestito” è scorretta. Ed è scorretta, d’altra parte, anche la parola “regalo”.
[…] Definiamo “prestito” quando prendo un libro dal mio scaffale e lo passo ad un amico, per un tempo finito e definito. Per tutto il tempo che il mio amico terrà con sé il mio libro, io non potrò leggerlo, ne sarò privato. La mia copia ce l’ha lui.
Se questo intervallo di tempo diventa indefinito (cioè se io rinuncio al mio libro, e voglio lasciarlo al mio amico) questo libro diventa un regalo. (Se invece è il mio amico a tenersi il libro, senza il mio esplicito regalo, tecnicamente possiamo chiamarlo furto).
[…] Se ti presto il mio ebook, io avrò sempre a disposizione la mia copia. Perché nel digitale le cose si moltiplicano (i libri come i pani e i pesci).

Decidere di condividere un ebook ha delle conseguenze sia sociali che economiche. Socialmente, noi lettori siamo inclini a far girare un libro che ci è piaciuto. Io per prima i libri cartacei li presto parecchio (anche se solo a persone selezionate). Economicamente, come per i libri cartacei, gli editori ritengono che una copia prestata è una copia non acquistata, quindi potenzialmente danneggia l’editore. Come se ne esce?

Regole fisse non ce ne sono. La mia regola personale (soggettiva e opinabile) è trovare un equilibrio. Se la mia condivisione mi rende un buon amico, favorisce una collaborazione, è orientata a pochi amici selezionati e posso ragionevolmente pensare che non danneggi l’editore, allora condivido. [..]
Però non metterei su un server gigabyte di ebook sotto diritti (lo faccio invece con libri di pubblico dominio, su Wikisource). Condivido con gli amici, prima di tutto.
Credo che il concetto di comunità, di collaborazione, sia un’ottima guida per quel che riguarda la collaborazione. Devo pensare alle conseguenze del mio gesto, positive e negative. Poi (poi) clicco Invio.

Personalmente, sono abbastanza d’accordo con Andrea. La soluzione sarà opinabile, ma il buon senso mi pare la risposta. Gli amici fidati, quelli a cui presterei anche i libri di carta, non sono poi così tanti e non tutti sono dotati di ereader. Non condividerei mai i libri con sconosciuti o su reti peer-to-peer.

Libri liberi

Quelli che invio senza nessuna paura, sono gli ebook a cui il copyright è scaduto :D.

Abbiamo parlato di condivisione di libri elettronici coperti da diritti d’autore. Ma ci sono libri che si possono prendere e scaricare e passare a chiunque, legalmente, perché il loro copyright è scaduto. Sono decine di migliaia, e da tempo (dal preistorico 1971) esistono siti e biblioteche digitali che permettono di leggere e rileggere questi classici fuori copyright. Ecco alcune biblioteche libere:

Un elenco più aggiornato ed esauriente è qui.

E voi dei libri che fate? Li prestate? li custodite gelosamente?

Ps: il post completo di Andrea lo trovate nel suo blog: http://aubreymcfato.com/2014/01/29/la-condivisione-di-ebook/ che, pur non esistendo, è sempre un’ottima lettura.

Piccole esperienze di openess (e un po’ di Clay Shirky)

La mia personalissima esperienza con i libri digitali (come credo per molti altri) è cominciata con libri “liberi”: ho scaricato un libro da LiberLiber e, non avendo un device elettronico, l’ho stampato per leggerlo in treno (avevo bisogno di una scusa per allontanare eventuali scocciatori 🙂 ).

All’epoca ancora non lo sapevo, ma quel semplice gesto avrebbe cambiato il mio modo di vedere i libri (elettronici, in particolare) e le risorse digitali.

Da allora di strada un po’ ne ho percorsa:
– so la differenza tra gratis e di pubblico dominio;
– ho un’idea di come si può far circolare le idee senza violare il diritto d’autore;
– ho capito il senso di creare dei contenuti gratuitamente (anche molto piccoli) per aumentare l’intelligenza collettiva.

Software libero - Attribuzione immagine

Software libero – Attribuzione immagine

In questi ultimi giorni, ho assistito a tante piccole forme di resistenza: Wikipedia, OpenStreetMap, Wikisource e LiberLiber.
Nell’ordine: due giorni di Bibliohackathon per approffondire Wikipedia, una presentazione al TEDxTrento su OpenStreetMap, una maratona di rilettura su Wikisource, il 19esimo compleanno di LiberLiber.

Perchè la gente lo fa? Perchè perdere tempo ad inserire voci o a correggere errori su Wikipedia? Perchè rileggere un’opera digitalizzata e disponibile su Wikisource? Perchè mettere i civici giusti su OSM?

Non vi darò nessuna risposta: secondo me, ognuno lo fa per un motivo diverso (non so se qualcuno lo fa per fare colpo, ma sarebbe veramente divertente). Quello che voglio fare è consigliarvi un libro (e che altro sennò?).

Si tratta di Surplus cognitivo di Clay Shirky. Il buon Shirky ha fatto, in questo volume, un’analisi molto interessante sul perchè e per come di questi gesti di cura del bene comune.

Lui individua tre elementi. Il primo è il tempo libero (diritto faticosamente conquistato). Il secondo elemento è la partecipazione, che cambia il suo carattere e l’impegno richiesto ad ognuno di noi. Terzo fattore, decisamente il più importante, la generosità umana, ciò che ci perrmette di fare qualcosa grautitamente per gli altri: la parte migliore di noi.

Al contrario di quello che sembra, queste scelte non hanno a che fare esclusivamente con un atteggiamento filotecnologico. Anzi. La tecnologia e internet hanno solo amplificato un fenomeno che già faceva parte del nostro dna: facciamo volontariato anche fuori dal web ;).

Prima di acquistarlo, ci si può fare un’idea con questa presentazione. E’ in inglese sottotitolato.

Buona visione, ma soprattutto buona resistenza :). E ricordate:

il passo più difficile è tra il non fare nulla e il fare qualcosa .

I consigli di Paolo Malaguti

Paolo Malaguti e il Sillabario Veneto - fonte foto: www.paolomalaguti.it

Paolo Malaguti e il Sillabario Veneto –

Questa settimana, con il gruppo di lettura della mia biblioteca, abbiamo incontrato Paolo Malaguti, autore di “Sul Grappa dopo la vittoria“, “Sillabario veneto” e “I mercanti di stampe proibite” (quest’ultimo mi ha tenuto compagnia per quasi tutto il mese di ottobre).

Il lettore Paolo Malaguti

Spesso, almeno per la mia esperienza, quando si parla con un autore si finisce per condividere anche le esperienze come lettori :). Paolo Malaguti, che è una persona veramente squisita, si è ben prestato e ci ha parlato di un sacco di libri interessanti. Per questa settimana, ci accompagneranno i suoi “imperdibili”.

William Shakespeare: “forse l’ho letto troppo presto, ma mi ha molto colpito”

Condivido con Paolo la lettura precoce (almeno di Romeo e Giulietta e dell’Amleto).
E’ un autore che è morto da mò, quindi è “scaduto” il copyright, il che significa che gli scritti del buon William sono di pubblico dominio, appartengono a tutti (gaudio e tripudio). Le copie gratuite (e libere) di commedie e tragedie si trovano:

  • Progetto Gutenberg (epub e pdf – per alcuni scritti anche mobi e html – in lingua inglese);
  • LiberLiber (pdf, epub ed audiobook in lingua italiana);
  • Wikisource ha Macbeth, Amleto e la Tempesta. Se non hai la più pallida idea di cosa sia Wikisource qui di sicuro c’è qualche risposta :);
  • Librivox, che è un progetto che contiene solo audiobook, in particolare in lingua inglese, di libri che si trovano nel pubblico dominio.

 

Giovannino Guareschi: “imperdibile”

Per quanto mi riguarda, ho messo nel mio lettore le prime due opere di Giovannino Guareschi, creatore di Don Camillo.

 

Wu Ming: Altai e Luther Blisset: Q

Dal 1996, tutti i nostri libri recano per contratto la seguente dicitura: Si consente la riproduzione parziale o totale dell’opera e la sua diffusione per via telematica, purché non a scopi commerciali e a condizione che questa dicitura sia riprodotta. – Wu Ming

Per me personalmente, tra i primi ebook liberi che ho scaricato.
Paolo Malaguti ci ha citato, in particolare, Q e Altai, in risposta alla domanda “Lei ha letto il loro ultimo? E, quali sono quelli che proprio bisogna leggere?” (No, non aveva letto l’ultimo).
Li si trovano entrambi nella parte download del loro vecchio sito.
Q è scaricabile in PDF. Altai in epub.

Luigi Meneghello: “denso”

Io (Erika) non ho mai finito nulla, quindi vado sulla fiducia. Il fatto che ho cominciato “Libera nos a malo” almeno tre volte, vale? No, vero?

 

Madame Bovary: “mi ha proprio colpito!”

Anche per questo vado sulla fiducia: è nella mia lista (di libri da leggere) da un bel po’, ma non ci sono ancora riuscita, a leggerlo :).
Anche lui è di pubblico dominio, quindi è scaricabile da LiberLiber. Purtroppo niente epub, ma c’è il pdf e il txt.

Goffredo Parise: “l’ho chiaramente omaggiato ne Il sillabario veneto”

Si può leggere o farselo leggere :). Su BookRepublic c’è, infatti, sia il formato epub che l’audiobook.

Di nuovo un mea culpa: Parise non lo conosco proprio. Al contrario di quello che pensa una signora del gruppo di lettura, non ho letto tutto lo scibile umano. Mi piacerebbe, è nella lista delle cose da fare, ma ancora non l’ho fatto ;).

 

Mario Rigoni Stern: “un confronto inevitabile e uno dei miei primi innamoramenti letterari”

Sarò una pessima lettrice, ma di Rigoni Stern ho letto solo Il bosco degli urogalli, acquistato per 0.50 cent da una libraia ambulante di Padova. Ogni anno mi ripropongo di leggere qualcos’altro, sarà la volta buona?

 

Moby Dick: “dare un nome ai personaggi condiziona il lettore. Per me, Ismaele avrà sempre la faccia di un mio amico con lo stesso nome”

Un libro che si porta una storia per Paolo Malaguti.

E più di una. Per me Achab, Ismaele e la balena sono legati indissolubilmente ad uno dei corsi più interessanti (e più difficili) che ho fatto all’università: semiotica. Un corso evitato da molti, ma che io ho trovato veramente edificante. Mi sono persa tra significato e significante, tra senso e segno e me lo porto ancora nel cuore.

Questa storia, per i più impavidi, è scaricabile in lingua dal Progetto Gutenberg.
Per gli altri, al prezzo di un cappuccino con la briosche è acquistabile da BookRepublic.

Se volete leggere com’è andato l’incontro, com’è il libro che ho letto e altre amenità trovate tutto qui.

Ma voi, questi libri consigliati li avete letti? Quali? Quando? Cosa vi hanno lasciato?

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