Costantemente alla ricerca. Porto con me la voglia di imparare

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Cose da fare nel weekend

Lo confesso, sono affetta da bulimia culturale per cui, quando so di avere un paio di giorni liberi, scatta la ricerca selvaggia: musei da vedere, castelli da visitare e cose da fare, niente mi può sfuggire.

Se anche voi avete lo stesso “problema”, vi consiglio vivamente di controllare, almeno ogni tanto:

  • il sito del Ministero dei beni culturali http://www.beniculturali.it. Sia l’home page, che la parte “in calendario” sono ottimi spunti. Per far conoscere le sue attività e i suoi beni il ministero, spesso, organizza aperture straordinarie oppure offre giornate ad ingresso gratuito.
  • Il sito del FAI – Fondo ambiente italiano http://www.fondoambiente.it/ che gestisce una serie di castelli, ville, parchi e abbazie. Di solito sono piccoli tesori semisconosciuti. Anche qui, ogni tanto qualche giornata ad ingresso gratuito, o quasi, ci scappa.
  • Bandiere arancioni del Touring Club http://www.bandierearancioni.it. La bandiera arancione è un riconoscimento che viene dato ai piccoli comuni italiani (massimo 15.000 abitanti) per certificarne l’eccellenza. Personalmente, lo trovo un buon punto di partenza per le gite fuori porta.
  • Oasi del WWF http://www.wwf.it/oasi/. Anche loro organizzano eventi e offrono ingressi gratuiti.

    Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze

    Perché scrivere un post su questa mia personalissima mania?

    Semplicemente sabato è aperto uno dei posti più importanti per la cultura italiana: la Biblioteca Centrale di Firenze, che io – da brava bibliofila – ho visitato un paio di settimane fa proprio grazie ad una spulciatina al sito del Ministero dei beni culturali.

    Questa specifica biblioteca raccoglie una copia di tutto ciò che viene stampato in Italia, un bel lavorone :). Si trova in uno dei pochi palazzi pensati proprio per raccogliere i libri, gli incunaboli, le cinquecentine, etc. (o almeno così sosteneva la vicedirettrice che ci ha fatto la visita un paio di settimane fa in occasione di Domeniche di carta 2014).

  • 10 reazioni alla pubblicazione del mio racconto

    Da un paio di settimane è disponibile il mio racconto sugli ebook store (il titolo: “È questa la fine?” – se non ce l’hai ancora, corri a comprarlo!).

    Io sono mooolto fortunata e intorno ho persone davvero comprensive, che, per lo più, si sono interessate al mio lavoro. Una pubblicazione è comunque un buon argomento di conversazione e, a volte, l’entusiasmo mio e degli amici mi ha portato in complesse conversazioni con semi sconosciuti (alcuni anche stranieri) che hanno avuto delle reazioni davvero divertenti. Chissà se capita anche ad altri scrittori (Giulia Greco e Susanna Trossero, ad esempio, hanno pubblicato anche loro un racconto per ePink. Mariantonietta – la nostra instancabile editor – ha scritto qualcosa pure lei, ma non mi hanno mai raccontato com’è andata per loro). Spero che me lo facciano sapere ;).

    Se riconoscete la vostra reazione, non inc….tevi: vi voglio bene lo stesso e, se vi ho inserito, è perché mi avete causato un momento ilare :).

    1a. Chissene…


    Per fortuna, di queste ne ho avute poche, ma il nostro lavoro spesso ci entusiasma al punto da diventare molesti. Non sto parlando solo di scrittori: idraulici, facchini, camerieri, blogger, developer e chi più ne ha più ne metta. Siamo tutti a rischio :).

    1b. Complimenti!


    Tra le righe, spesso, c’era un sottilissimo “Prendo atto. Punto.”, ma valgono lo stesso, no?

    2. Beh, leggi talmente tanto..


    Chiariamo una cosa: sì leggo molto e sì Stephen King ha detto che per essere buoni scrittori, bisogna innanzitutto essere grandi lettori. Ma NON VALE IL CONTRARIO! Non tutti i lettori hanno il desiderio di mettersi in gioco con la scrittura. Come non tutti gli amanti del vino sentono il desiderio di aprire un’azienda agricola (non una cantina – che nel paragone sono gli editori). Se non vale per gli appassionati di vino, perché deve valere per gli amanti dei libri?

    Ps: il fatto che la lettura faccia parte della mia dieta quotidiana mi aiuta, ma di certo non fa di me una scrittrice.
    Ps2: grazie a Goodreads, ho scoperto che ci sono persone che leggono molto più di me, tuttavia nella comunità dei lettori sono assolutamente nella media.

    3. Quanto tempo ci hai messo?


    Questa è la domanda delle persone con formazione scientifica (almeno nella mia cerchia). Di solito seguita da: “come fai? Per me sarebbe uno sforzo titanico. Anche con i temi a scuola facevo fatica a riempire una colonna e mezza!”.
    Premesso che ognuno di noi ha un tipo diverso di intelligenza – i numeri non sono per niente miei amici, ad esempio – per soddisfare la necessità scientifica di misurazione ho fatto due conti:

    Prima stesura: circa 200 ore
    Prima correzione (typo e grammatica): circa 20 ore
    Seconda stesura: circa 100 ore
    Seconda correzione (buchi narrativi, altri typo, altra grammatica, sonorità delle parole): circa 65 ore
    Varie (mail con l’editor, mail con la casa editrice, contatti e colloqui con i primi lettori): circa 50 ore.
    Totale: circa 435 ore (pari a più di diciotto giorni, se ci avessi lavorato giorno e notte, cosa che ovviamente non ho fatto).

    Ho lasciato fuori il tempo in cui la storia ha bisogno di maturarti dentro e fermentare; le pause tra una lettura e un’altra e il tempo di ricerca (perchè non riesco a quantificarlo visto che è cominciato ben prima della stesura del racconto).

    Libri liberi a Bassano del Grappa

    La mia giornata pre libri liberi

    Quasi un mese fa, il 23 Aprile per l’esattezza, ho riprovato l’inebriante sensazione di panico e puro terrore tipica degli esami/verifiche.
    Il lieto evento non era assolutamente un esame, bensì un corso sui libri liberi che ho tenuto a Bassano del Grappa in biblioteca in occasione della giornata internazionale del libro. L’idea era di spiegare cosa fossero i libri in pubblico dominio, perchè fossero in quello stato e dove trovarli.

    Nonostante la gentilezza dei bibliotecari, ho passato tutta la giornata ad agitarmi sulla sedia, con i crampi allo stomaco. E mi sono sentita dieci anni più giovane, perchè era esattamente quello che mi succedeva durante gli esami orali all’università.

    Per fortuna avevo queste slide da completare :).

    Il corso

    La saletta si è riempita un po’ alla volta e c’erano alcuni volti noti (che non avevo invitato direttamente, quindi è stata una bella sorpresa). I volti noti hanno decisamente aiutato a creare l’atmosfera giusta, quella che ogni relatore ucciderebbe per avere: interesse e collaborazione.
    Lo ammetto sono stata molto fortunata: con la biblioteca ho strutturato una serata in cui era prevista una parte frontale (detta anche “io che blatero“) e una laboratoriale (detta anche “voi che provate“); la realtà è che è stata una serata tutta laboratoriale. I lettori bassanesi erano preparati e disposti ad intervenire, a fare domande, a dire la propria.

    Abbiamo seguito il fil rouge delle slide: un po’ d’introduzione agli ebook (in cui mi si è seccata la bocca da morire), un’infarinatura di storia dell’editoria, un pizzico di diritto d’autore e tanti spacciatori di libri liberi. Giusto perchè non ero agitata, mi sono fatta anche i bigliettini come a scuola.

    I bigliettini come a scuola

    I bigliettini come a scuola

    Volutamente avevo lasciato fuori dal percorso DRM, formati e altri tecnicismi. Nella mia testa (e nella realtà per fortuna) se i lettori sentivano qualcosa che non capivano, me l’avrebbero chiesto.

    Qualche domanda (e le risposte)

    Sono un’eccezione e di domande ne ho avute moltissime (grazie, grazie, grazie).

    • “Come si fa ad aggiungere un dizionario ad un device?” Risposta: pare che non si possa. Non sono un tecnico IT, quindi ho cercato su forum e affini (compreso leggendo i manuali dei device che ho trovato online) e pare proprio che ciò che hai ti tieni. Puoi comprare un dizionario in epub da tenere nel device, ma non si integra con la lettura (quindi quando si clicca sulle parole non succede nulla): bisogna uscire dal libro ed entrare nel dizionario comprato, il che rende tutto un po’ macchinoso. Se qualcuno sa questa cosa, mi faccia sapere.
    • “Cos’è il DRM?” Una cosa fastid Una protezione sugli ebook. Un po’ come il vecchio quadratino nelle videocassette. Serve a limitare il numero di device da cui si riesce ad accedere ad un libro digitale.
    • “Se mi salvo una copia da qualche parte, conta come un device per Adobe?” Risposta: dipende dove lo salvi.
    • “Cos’è il Social DRM?” Una protezione leggera: una specie di ex-libris digitale.
    • “Si possono prestare gli ebook?” Per fortuna ne avevo parlato qualche settimana fa. La biblioteca ha parlato dei sistemi di prestiti per le biblioteche (io ho provato solo Media Library On Line, ma ce ne sono anche altri).
    • “Vado meglio con l’iPad o con l’ereader?” Dipende. Io sono un’accanita sostenitrice dell’ebook reader. Uno dei ragazzi presenti in sala, non viveva senza l’iPad: ci studiava, ci leggeva, ci sottolineava. In base a quello che si deve fare è meglio un device o l’altro.
    • “Perchè su liber liber le cose in lavorazione non si sa quando verranno aggiornate?” Gestione e contributi volontari (hacker se posso).
    • “Cosa posso usare per gestire la biblioteca digitale?” Calibre, punto e fine.
    • “Come si apre un epub?” Avrei voluto rispondere “con un martello, come le noci di cocco!”, ma mi sono trattenuta. Calibre e Adobe Reader.
    • “Dove trovo immagini in Creative Commons?” Flickr e Commons sono quelli che io uso di più (colpa mia che gli ho detto che oltre ai libri si trovano anche immagini con la licenza Creative Commons).
    • “Differenza tra open e free” Questa per fortuna se la sono risolta due signori molto preparati. Uno sospetto fosse del GrappaLUG (il gruppo di Linux Users di Bassano del Grappa).

    Le reazioni

    Di sicuro mi sono dimenticata qualcuna delle domande che mi hanno fatto e che hanno reso la serata una conversazione, più che una lezione :D.

    La mattina dopo ho trovato un paio di cose su Facebook, che riporto, insieme alla mia reazione a caldo. Mi sembrano la conclusione ideale!

    Insomma avete capito, se volete una serata con ricchi premi e cotilions (limitatamente ai libri liberi), scrivetemi a me@erikamarconato.it (piccolo messaggio del tutto disinteressato :D).

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